MEDICAZIONI: COSA SONO E COME SI ESEGUONO

INDICE

  1. COSA SONO LE MEDICAZIONI?
  2. LE TIPOLOGIE DI MEDICAZIONI
  3. LE PROCEDURE STANDARD DI MEDICAZIONE
  4. LE FERITE: QUANTI TIPI CI SONO? UNA BREVE PANORAMICA

  In generale, con il termine ‘’medicazione’’ si intende l’intervento procedurale messo in atto per pulire, coprire e proteggere una ferita, prevenirne il rischio di infezione, favorirne la cicatrizzazione ed accelerarne la guarigione.

Lo scopo principale della medicazione è sempre quello di trattare la ferita garantendone un ambiente pulito, asciutto e sterile il più possibile, riducendo la formazione di essudato e facilitando la granulazione e l’epitelizzazione del tessuto danneggiato.

Più in dettaglio, una medicazione si esegue per

  • pulire e sigillare la ferita (inclusa la procedura di arresto dell’emorragia e/o applicazione di punti)
  • sbrigliare la ferita (lo sbrigliamento di una ferita significa la procedura atta a rimuovere le parti del tessuto lacerato, contaminato o distrutto; corpi estranei e residui)
  • disinfettare la ferita per ridurre il rischio di infezione in sito
  • assorbire l’essudato (liquido di escrezione residuale elaborato dal tessuto stesso durante il processo di guarigione della ferita), per mantenere il sito asciutto e prevenire la macerazione
  • proteggere la ferita da sovra-infezione e da danni meccanici accidentali
  • alleviare il dolore traumatico – tramite applicazioni analgesiche-anestetiche o per compressione semplice
  • ridurre lo stress psicosomatico – impedendo la visione della ferita al paziente e suoi familiari

 

  La medicazione è una prestazione specialistica di competenza medico-infermieristica: tutti gli interventi messi in atto – inclusi quelli di controllo della ferita, eventuale rimozione di punti, riduzione del piatto, controllo della chiusura – si eseguono dopo la valutazione da parte dello specialista e con attenta scelta del materiale da utilizzare.

Il controllo della ferita avviene con tempistiche variabili e in modalità scelte sempre dallo specialista: in ambulatorio od a domicilio del paziente, il medico o l’infermiere deciderà volta per volta il materiale da utilizzare per rinnovare la medicazione e ripulire la ferita, con indicazioni precise sull’eventuale intervento in autonomia del paziente stesso o del suo caregiver.

2. LE TIPOLOGIE DI MEDICAZIONI: DALLA SEMPLICE ALLA PIU’ COMPLESSA

 Le medicazioni sono definite

— primarie – quando il materiale sanitario viene posto a diretto contatto con la zona lesa;

— secondarie – quando il materiale sanitario serve per riempire una cavità; fissare o contenere una medicazione primaria

  Le medicazioni possono altresì essere

— semplici – quando si eseguono su ferite pulite, di dimensioni ridotte o di profondità contenuta, senza perdite massive di sostanza (essudati, sangue, elaborati tissutali) e che di solito guariscono senza complicazioni

complesse o avanzate – quando si eseguono su ferite ampie e profonde, con grande perdita di sostanza, con alto rischio o in condizione di cronicizzazione ulcerazione e/o necrosi, nei casi di interventi chirurgici importanti, su pazienti che si trovano in condizioni fisiopatologiche comportanti ridotta capacità di guarigione (diabete, infezioni virali- batteriche- micotiche sistemiche, insufficienze multiple d’organo o tessuto, immuno-deficienza ecc)

Le medicazioni semplici richiedono materiali di primo intervento: garze e cerotti di varie dimensioni, bende e strisce adesive, cotone idrofilo. L’esempio più comune è rappresentato dalla medicazione a piatto – trattamento di una ferita superficiale da trauma acuto: puntura e taglio, lacerazione, escoriazione e abrasione, scottatura leggera ecc.

Le medicazioni avanzate richiedono, oltre i materiali di prima esecuzione, anche materiali e prodotti particolari: si utilizzano con lo scopo di prevenire la contaminazione batterica della ferita, assorbire gli essudati e mantenere il giusto grado di umidità in sito, agevolare la guarigione; di solito sono cerotti, bende o garze di varie dimensioni, imbevute di sostanze come idrocolloidi, schiume idrofile, alginati, film semipermeabili, fibre e idrofibre ecc.

3. LE PROCEDURE STANDARD DI MEDICAZIONE

  L’atto standard della medicazione delle ferite comprende

  • la detersione (pulizia, irrigazione, ispezione della ferita, sbrigliamento, nuova irrigazione)
  • la procedura antisepsi – in caso di infezione in sito
  • il trattamento farmacologico
  • la procedura di protezione (chiusura della medicazione)

La lista del materiale impiegato nell’atto della medicazione complessa comprende

  • soluzione fisiologica, acqua distillata od acqua per preparati iniettabili, soluzioni antisettiche per la pulizia e disinfezione in caso di ferite infette
  • cotone idrofilo, garze, bende, strip e strisce, cerotti di varia forma e dimensione
  • garze medicate per tamponature contenenti argento, miele, biguanidi, soluzioni ipertoniche come ad esempio il sodio cloruro al 20%, medicazioni captanti e medicazioni a lento rilascio di antisettici (cadexomero iodico, iodiopovidone, clorexidina)
  • materiale per suture – filo, graffette e punti, aghi, siringhe, altro

 

 Per la detersione della ferita si intende l’intervento atto a pulire il letto della ferita per eliminare gli eventuali residui da trauma – resti di tessuto danneggiato o lacerato, corpi estranei, residui di sangue essudati o elaborati tissutali ecc – con lo scopo di ridurre il rischio di infezione in sito e facilitare l’ispezione della zona da trattare.

Prima di procedere alla medicazione effettiva della ferita, è necessaria un’ispezione attenta della zona da trattare: il primo passo consiste nell’esposizione della zona ed esecuzione dell’emostasi se necessaria (fermare la perdita di sangue – la tecnica più comune è esercitare una pressione diretta sulla zona – ed eliminare i residui ematici, plasmatici, essudati).

Una volta eseguita la valutazione della zona da trattare, si procede all’irrigazione della stessa: utilizzando soluzione fisiologica o acqua per iniettabili, si irriga la ferita fino a che la zona si presenta interamente visibile; la quantità di liquido da utilizzare è variabile, in base alle dimensioni della ferita ed al grado di contaminazione ( generalmente vengono utilizzati 50 – 100 mL per ogni centimetro di lunghezza della ferita; per le ferite relativamente pulite possono essere sufficienti 30 – 50 mL di liquidi).

Quando la ferita è sporca o presenta segni di contaminazione può essere necessaria la pulizia, prima dell’irrigazione: strofinamento delicato della zona, utilizzando spugne od altri materiali, per eliminare efficacemente ogni residuo o corpo estraneo la cui presenza altrimenti aumenterebbe il rischio di infezione batterica e impedirebbe la chiusura della ferita.

Lo sbrigliamento (dal termine inglese debridement) è fondamentale per assicurare la decontaminazione totale della zona da trattare: procedura specialistica medico-infermieristica atta ad eliminare tutti i residui di tessuti distrutti, lacerati, danneggiati, lembi devitalizzati ecc. Vi esistono varie tecniche di sbrigliamento, la più comune ed utilizzata negli ambulatori è quella meccanica: prevede il taglio delle parti da eliminare e l’uso di pad per stabilizzare la ferita; come atto finale, è necessaria una nuova irrigazione della ferita prima di procedere alla medicazione vera e propria.

La disinfezione della ferita si rende necessaria quando la zona da trattare presenta segni di infezione: si utilizzano sostanze ad azione antisettica-antimicrobica (cadexomero iodico, iodiopovidone, clorexidina) sia nel primo intervento sulla ferita sia nelle occasioni successive di cambio della medicazione e controllo del sito; di solito i preparati sono liquidi acquosi ma anche garze o bende impregnate o unguenti e pomate.

L’applicazione di creme od unguenti a base di antibiotici topici sulle ferite è largamente utilizzata dagli operatori sanitari nell’intento di contenere il rischio di sovrinfezione batterica: come le pomate a base di tetracicline, sulfadiazina argentica, cloramfenicolo, con eventuali associazioni a sostanze cicatrizzanti (acido ialuronico, bepanteina, collagenasi, aminoacidi).

La procedura di protezione della ferita con la chiusura della medicazione consiste nell’applicazione finale di bende garze e/ cerotti adesivi nell’intento di sigillare la ferita e stabilizzare la medicazione in sito per impedirne lo spostamento; procedura da rifare tutte le volte che se ne presenta la necessità ovvero nell’atto di cambio e rinfresco della medicazione stessa, rifacendo in caso tutti i passi della procedura (pulizia ed irrigazione, cambio fasciature ecc).

Per le ferite complicate provocate da traumi profondi o da condizioni patologiche preesistenti (come l’ulcera da diabete o da insufficienza venosa profonda) le procedure della medicazione prevedono interventi complessi e l’utilizzo di materiali specificamente scelti dallo specialista in sede di ambulatorio medico.

4. LE FERITE: QUANTI TIPI CI SONO? UNA BREVE PANORAMICA

 Generalmente per ‘’ferita’’ si intende una qualsiasi condizione di interruzione od alterazione di un tessuto corporeo, qualificata come danno di quel tessuto e provocata da un agente esterno: rappresenta quindi una lesione di continuo di una struttura molle del corpo, cute e/o mucose, indotta da un agente lesivo la cui intensità d’azione vi determina l’entità (grado e dimensione) del danno.

In base all’entità del danno prodotto, le ferite si possono classificare in:

  • superficiali – quando il danno interessa la superficie del tessuto: cute e tessuto sottocutaneo
  • profonde – quando il danno comprende anche i tessuti sottostanti
  • penetranti – quando il danno arriva  alle cavità interne del corpo
  • interne – quando interessano un organo

 

Una classificazione universale distingue le ferite – o lesioni – in acute, semi-acute e croniche, in base all’agente lesivo e le cause che le hanno provocate.

Le ferite o lesioni acute e semi-acute guariscono generalmente in tempo breve ( da 1 a 8 settimane) anche senza interventi specialistici invasivi e con esiti favorevoli il più delle volte (senza segni, cicatrici, sensazioni dolorose post-trauma ecc); possono essere

  • ferite contuse: da agente lesivo con azione diretta tangenzialmente alla cute, la cui forza non è sufficiente a provocare una discontinuità dei tessuti; sono ferite semplici con guarigione rapida e completa
  • ferite da taglio: sono a margini netti e caratterizzate generalmente da abbondante perdita ematica; con un rischio di sovra-infezione batterica molto ridotto, guariscono in maniera rapida e senza sequela cicatriziale
  • ferite da punta: si presentano con un foro di entrata più o meno piccolo e una lunghezza in base alla quale si distinguono in ferite superficiali o ferite profonde;
  • ferite lacere: sono dovute alla combinazione delle azioni di taglio, strappamento e stiramento; si presentano con edema, vaste ecchimosi, aree necrotiche e margini irregolari; hanno un alto rischio di infezione batterica e di sequele cicatriziali con scadente risultato estetico
  • ferite lacero-contuse: combinazione tra la lacerazione e la contusione; rappresentano le ferite più comuni, con rischio alto e molto alto di sovra-infezioni batteriche e tempistiche molto variabili di guarigione, con esiti cicatriziali e risultato estetico scadente
  • ferite a lembo: l’agente lesivo agisce tangenzialmente alla superficie del tessuto; sono ferite complesse ad alto rischio di necrosi tissutale
  • ferite da morso di animale: sono ferite lacero-contuse multiple e complesse, ad altissimo rischio di infezione per l’elevato grado di contaminazione; per questo tipo di ferite è controindicata la sutura (tranne quando si presentano sul volto); si rende necessario il controllo delle sovra-infezioni e adeguato trattamento antibiotico, nonché monitoraggio delle vaccinazioni ed eventuali inoculazioni (vaccino antirabbico) e richiami (vaccino antitetanico).

 

L’intervento specialistico medico-infermieristico viene richiesto dalle persone non solo per la complessità o grado della lesione o trauma ma anche per causa delle condizioni psicologiche e psicosomatiche in cui si possono ritrovare i pazienti: spavento, stress post-traumatico, ansia e attacco di panico, poca resistività e reagibilità alla vista della zona lesionata, poca dimestichezza o manovrabilità nella gestione della medicazione in autonomia ecc.

In Ambulatorio Pelizzo a UdineCentro Prelievi e Infermieristico di recente apertura a Udine – si effettuano interventi e prestazioni infermieristiche quali medicazioni semplici e complesse, bendaggi delle ferite, controllo post-medicazione e cambio fasciature, rimozione dei punti e gestione dell’esito cicatriziale.

L’Ambulatorio Pelizzo a Udine offre un vasto ventaglio di servizi infermieristici richiedibili  in sede ed anche a domicilio dei pazienti: iniezioni e fleboclisi, prelievi venosi per analisi ed esami del sangue, esami strumentali in telecardiologia (ecg e holter), cateterismo e tanto altro.

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fonti essenziali

msdmanuals.com

roma.unicatt.it/ https://pspediatrico.policlinicogemelli.it/per-gli-infermieri/

strumenti per medicazioni e bendaggi
strumenti e prodotti per la medicazione semplice e complessa