LE INTOLLERANZE ALIMENTARI

INDICE

1. INTOLLERANZE ALIMENTARI: DEFINIZIONE E TIPOLOGIE
2. INTOLLERANZE ALIMENTARI: SINTOMI GENERALI E SEGNI CLINICI
3. INTOLLERANZE ALIMENTARI: I TEST ED ESAMI SPECIFICI
4. INTOLLERANZE ALIMENTARI: IL CONSIGLIO DEL NUTRIZIONISTA

Le intolleranze alimentari si definiscono come reazioni indesiderate (avverse) che si manifestano dopo l’ingestione ripetuta di determinati alimenti ( ISS Salute); queste reazioni sono direttamente proporzionali con

  • la quantità dell’alimento assunto: dose-dipendenti (se un determinato alimento è consumato in quantità limitate, quindi al di sotto della dose massima che l’organismo è in grado di tollerare, non provocherà effetti, mentre, in quantità al di sopra di questa dose, causerà disturbi proporzionali alle quantità di cibo ingerite)
  • il tempo di assunzione (le reazioni indesiderate si possono verificare a distanza di giorni o mesi fino ad estendersi per anni, con intensità variabile in relazione al tempo trascorso)

La grande categoria delle reazioni indesiderate (avverse) agli alimenti si suddivide in 2 classi principali: reazioni tossiche e reazioni non-tossiche (European Academy of Allergology and Clinical Immunology ; Boyce et al, 2010)

Le reazioni non-tossiche si suddividono a loro volta in:

A differenza delle allergie alimentari, le reazioni di intolleranza agli alimenti non coinvolgono direttamente il sistema immunitario; sono dovute all’incapacità – di diversi gradi ed entità – dell’organismo di gestire a livello metabolico determinati cibi (dall’assorbimento dei nutrienti all’eliminazione delle scorie), con conseguente infiammazione tessutale (principalmente da accumulo di residui e da produzione esacerbata di sostanze proinfiammatorie).

Secondo la classificazione generale delle reazioni avverse al cibo, le intolleranze alimentari possono essere causate da

  • difetti enzimatici (l’intolleranza al lattosio; il favismo )
  • sostanze farmacologicamente attive (istamina, tiramina, caffeina)
  • meccanismi sconosciuti o non meglio precisati (le intolleranze da additivi)

Gli ultimi 2 gruppi di intolleranze sono spesso chiamate anche reazioni pseudo-allergiche in quanto la sintomatologia causata è similare a quella delle allergie, fatto che rende la diagnosi spesso difficoltosa e complessa.

In pratica clinica, per semplificare e rendere le spiegazioni più alla portata di tutti, gli specialisti separano le reazioni avverse al cibo in

  • intolleranze propriamente dette (al lattosio; il favismo; agli additivi ecc)
  • intolleranze acquisite, o da accumulo di scorie (o IgG mediate)

Le intolleranze alimentari IgG-mediate, da alcuni autori definite come sensibilità alimentari, sono caratterizzate dalla presenza di anticorpi di classe IgG diretti contro i componenti proteici presenti negli alimenti; la comparsa dei sintomi avviene a distanza di ore fino a giorni dopo l’ingestione dell’alimento.

La risposta immunitaria è conseguente all’aumento della permeabilità intestinale che favorisce il passaggio dei frammenti alimentari nel sangue e la successiva sintesi di specifiche immunoglobuline della classe IgG (in particolare, è stato osservato un aumento delle IgG4); se la formazione degli immunocomplessi IgG-alimento supera il valore soglia di tolleranza, questi possono causare una reazione infiammatoria con tendenza a cronicizzarsi ( la cronicità è legata ai fattori tempo e dose di assunzione).

Le intolleranze acquisite nel tempo significano effettivamente una perdita di tollerabilità del nostro organismo verso uno o più alimenti che normalmente sono innocui e non tossici o nocivi; ma che lo diventano in maniera graduale, quando introdotti in grandi quantità ed in maniera costante e ripetitiva.

L’intolleranza si può manifestare verso un solo alimento oppure verso il suo intero gruppo o classe, con particolare riferimento ai cibi raffinati e semipreparati industriali.

 

I grandi gruppi alimentari: perché si parla di gruppi di alimenti

Le evidenze scientifiche espresse dai dati clinici ed epidemiologici raccolti negli ultimi tempi a livello globale permettono di identificare ed evidenziare le reazioni specifiche di intollerabilità non solo per un alimento specifico ma per la sua intera classe.

E’ il classico esempio del latte: è stata confermata l’ipotesi secondo la quale la bassa tollerabilità gastro-intestinale all’assunzione eccessiva e costante si estende non solo al consumo del latte fresco, ma a quello dell’intero gruppo di alimenti derivati dal latte (latticini, formaggi freschi e stagionati, panna, burro ecc); e comunque di diversa entità dell’effetto infiammatorio derivato.

Valutando l’impatto di un solo alimento nella dieta si deve anche considerare sempre la presenza dei componenti di quel alimento anche negli altri cibi, sia freschi, semi-preparati o cotti; ancora di più se si parla della categoria degli additivi e conservanti.

Ad oggi, in Europa i grandi gruppi alimentari rilevanti per la valutazione del grado d’infiammazione da cibo sono considerati:

  • Frumento e cereali correlati
  • Latte e prodotti lattiero-caseari
  • Lievito e prodotti fermentati
  • Nichel e grassi idrogenati vegetali
  • Oli cotti

Di seconda importanza ma di impatto sempre crescente nella vita quotidiana c’è il gruppo dei salicilati naturali (che possono indurre reazioni come orticarie, riniti, eczemi, poliposi) e quello degli alimenti ad alto contenuto di sale (ad oggi poco rappresentato dal punto di vista epidemiologico, anche perché questi alimenti sarebbero già classificati in altre categorie).

2. SINTOMI GENERALI E SEGNI CLINICI DELLE INTOLLERANZE ALIMENTARI

Ciò che tradizionalmente viene conosciuto come ‘’intolleranza alimentare’’  si presenta con un insieme di sintomi e segni clinici che coinvolgono

— l’apparato gastro-intestinale

i sintomi sono molto diffusi e molto comuni; la diagnosi è molto spesso difficoltosa 

  • gastrite cronica, dolore e bruciore gastrico
  • vomito e nausea
  • meteorismo e flatulenza
  • gonfiore e dolore addominale
  • crampi addominali e difficoltà a digerire
  • alvo irregolare (con prevalenza di stipsi o di diarrea; o condizione mista-alternata)

— il cavo orale

  • afte ricorrenti,
  • stomatiti,
  • gengiviti,
  • secchezza delle mucose

— l’apparato cutaneo ed i suoi annessi

  • dermatite e dermatosi
  • eritema e rash cutaneo
  • prurito localizzato (palmo delle mani, viso, collo) o diffuso
  • orticaria

Molto spesso i sintomi e segni clinici si sovrappongono a quelli già esistenti causati da altre condizioni fisiopatologiche del metabolismo o dell’apparato digerente; con ulteriore alterazione o peggioramento del quadro clinico del paziente:

  • disturbi e malattie dell’apparato gastro-intestinale (Sindrome dell’Intestino Irritabile-IBS, malattia di Crohn, il gruppo delle MRGE, gastrite cronica, sindrome da malassorbimento, stipsi cronica, alvo irregolare non diversamente diagnosticato ecc)
  • disturbi delle vie aeree (infezioni ripetute, tosse non diversamente diagnosticata, roncopatie, allergie a forma mista, manifestazioni asmatiche)
  • malattie autoimmuni (artrite, fibromialgia e gruppo dei disturbi muscolo-scheletrici – dolore muscolare ed articolare non diversamente diagnosticato, lupus eritematoso sistemico, disturbi psoriasiformi, alterazioni della funzione tiroidea)
  • disturbi dell’apparato cutaneo ed annessi (acne, rosacea, dermatiti ed eczemi cronici, caduta cronica dei capelli, infiammazioni croniche della mucosa oculare come calazio, keratite, blefarite)
  • disturbi dell’area genito-urinaria (candidosi, cistiti non complicate recidivanti)

3. I TEST ED ESAMI SPECIFICI PER LE INTOLLERANZE ALIMENTARI

I test attualmente disponibili per l’identificazione e la valutazione delle intolleranze alimentari come reazioni infiammatorie da cibo indagano la perdita di tolleranza verso gli alimenti individuando l’eventuale presenza nel siero di immunoglobuline IgG circolanti con tecnica microarray.

  • Immunoglobuline G – alimento-specifiche, sono proteine con funzione di anticorpi che vengono rilasciate normalmente nell’organismo in seguito all’assunzione degli alimenti; il loro livello aumenta esponenzialmente all’introduzione costante e ripetitiva di un certo alimento o gruppo alimentare; il loro dosaggio viene utilizzato come indicatore di consumo alimentare, in maniera da permettere la revisione dell’introduzione di quei particolari alimenti e come conseguenza la riduzione dei sintomi da infiammazione

I test ed esami diagnostici si differenziano e sono specifici per tipologia di intolleranza

  • la diagnosi di intolleranza al lattosio è effettuata con test specifici come il Breath test al lattosio
  • la diagnosi di favismo ha bisogno di analisi specifiche come lo striscio periferico e il dosaggio del glucosio-6-fosfato deidrogenasi (G6PD) sierico

Come base di partenza per le intolleranze alimentari acquisite, gli esami sono rivolti ad indagare il grado della disbiosi intestinale e le alterazioni della mucosa intestinale: infatti, una parte importante del percorso curativo e di recupero della tolleranza, comprende il ripristino delle funzioni di barriera della mucosa e del microbiota intestinale.

Tra i fattori di rischio per la comparsa delle intolleranze, quelli con maggior impatto sono

  • stress psico-fisico intenso;
  • errato stile alimentare e di vita;
  • disbiosi intestinale
  • SIBO (causa ed effetto)
  • esposizione a tossine ambientali;
  • stati infiammatori cronici;
  • infezioni ripetute / recidivanti
  • impiego frequente di farmaci;
  • sedentarietà o eccessiva attività fisica;
  • mancato od insufficiente riposo notturno; disturbi del sonno
  • fumo di sigaretta.

In sintesi, l’iter diagnostico di un paziente con sospetta intolleranza alimentare dovrebbe prevedere un approccio multidisciplinare con il coinvolgimento dello specialista allergologo, il gastroenterologo per escludere patologie gastrointestinali, ed il dietologo nutrizionista per la correzione delle abitudini dietetico-alimentari e dello stile di vita.

4. IL CONSIGLIO DEL NUTRIZIONISTA

Il primo passo nell’affrontare il problema delle intolleranze alimentari consiste nell’avere una diagnosi più precisa ed accurata possibile, differenziata ad esclusione di altre problematiche con sintomatologia similare (soprattutto nell’area gastro-intestinale) e seguita da un team di specialisti (allergologo immunologo, gastroenterologo, biologo nutrizionista ed a.)

Può essere d’aiuto tenere un diario alimentare dove annotare la comparsa di sintomi dopo aver assunto determinati alimenti; in ordine di identificare più precisamente possibile gli alimenti soggetti ad intolleranza.

Anche l’idratazione gioca un ruolo importante: per formulare il bollo alimentare, per elaborare i succhi digestivi, per mantenere sane e attive le mucose (soprattutto a livello intestinale dove hanno luogo l’assorbimento e la distribuzione dei nutrienti dagli alimenti).

Le eventuali diete di eliminazione e successiva reintegrazione nell’alimentazione dei cibi incriminati – le cosiddette diete di esclusione – devono essere elaborate e seguite integralmente dallo specialista, sotto stretto controllo del percorso dietetico-alimentare in ordine di non andare incontro a carenze nutrizionali e di non sovraccaricare ulteriormente il sistema digerente (cercando di risolvere un’intolleranza si creano i presupposti per un’altra).

Al posto delle diete di esclusione che possono condurre a carenze nutrizionali importanti, gli specialisti introducono le diete di rotazione: nell’intento di modulare l’introduzione degli alimenti seguendo uno schema specifico e variare il più possibile gli alimenti e le classi alimentari nel proprio regime dietetico.

Risulta fondamentale quindi non solo conoscere gli alimenti e la loro composizione, ma anche gli effetti che questi hanno sull’organismo, secondo un modello di alimentazione consapevole; e scegliere di consumare cibi freschi di qualità comprovata e di provenienza controllata e certificata.

Altresì di vitale importanza è mantenere integro e florido il microbiota intestinale: che riveste un ruolo cruciale in tutti i processi metabolici e di gestione dei nutrienti, nel loro assorbimento e utilizzo da parte dell’intero organismo nonché nell’elaborazione di sostanze benefiche e di supporto metabolico per tutti i tessuti ed organi del nostro corpo.

In linea generale, per la diagnosi delle intolleranze alimentari lo specialista potrà indicare di eseguire analisi del sangue specifiche per la valutazione qualitativa-quantitativa delle Immunoglobuline G – IgG – specifiche e di altri parametri biochimici ( fattori di predisposizione genetica ecc), attraverso i vari tipi di test disponibili nei laboratori di analisi (come i Test BIFOOD 70 e BIFOOD 120 alimenti, proposti in Ambulatorio Pelizzo in collaborazione con i Laboratori Bianalisi).

La lettura ed interpretazione dei risultati spetta allo specialista: nella valutazione complessiva del quadro clinico individuale, insieme all’anamnesi e storia clinica, la diagnosi differenziata, l’esame obiettivo, le indicazioni di base per il regime dietetico-alimentare e la terapia specifica, il follow-up per ogni paziente individualmente.

In base alla lettura dei risultati viene redato il Profilo alimentare individuale e il Piano di recupero e reintegrazione alimentare: indicazioni per l’attuazione della dieta a rotazione e reinserimento graduale degli alimenti con consigli specifici riguardo al bilanciamento dei pasti e l’equilibrio nell’assunzione.

In questo contesto, la consulenza professionale con il  biologo nutrizionista può essere di grande e reale aiuto in tutte le fasi della cura, in ordine di garantire il recupero della tolleranza gastrointestinale e la miglior qualità di vita possibile.

Il servizio di consulenza nutrizionale con il biologo nutrizionista è disponibile in Ambulatorio Pelizzo a Udine su appuntamento, in giornate ed orari altamente flessibili e da concordare al momento della prenotazione (al telefono, in segreteria e/o via e-mail).

L’Ambulatorio Pelizzo a Udine si avvale della collaborazione con il Dr. Matteo Rossi biologo nutrizionista ed esperto nella cura dietetico-nutrizionale: per saperne di più e per prenotare la vostra consulenza nutrizionale personale in Ambulatorio Pelizzo a Udine, non esitate a contattarci direttamente.

fonti essenziali

Dott. Matteo Rossi

nutrizionista e consulenza nutrizionale
nutrizionista e consulenza dietetico-alimentare personalizzata