ALLERGIE E INTOLLERANZE ALIMENTARI

INDICE

  1. ALLERGIE E INTOLLERANZE ALIMENTARI: QUAL E’ LA DIFFERENZA?
  2. LA CLASSIFICAZIONE DELLE REAZIONI AVVERSE DA CIBO
  3. LE ALLERGIE ALIMENTARI: QUALI SONO E COME SI MANIFESTANO?
  4. LE INTOLLERANZE ALIMENTARI: SINTOMI E SEGNI CLINICI

Le allergie e le intolleranze alimentari sono reazioni esacerbate dell’organismo che si verificano all’assunzione di certi tipi di alimenti, conducendo al manifestarsi di disturbi in vari distretti del corpo; queste reazioni sono state classificate in un gruppo con il nome generico di ‘’reazioni avverse al cibo ’’, un’ampia categoria oggetto tuttora di intensa attività della ricerca scientifica riguardo sia i meccanismi fisiopatologici di innesco e sviluppo sia le metodiche di diagnosi e trattamento.

Il vasto gruppo di disturbi legati all’assunzione di alimenti – le reazioni avverse al cibo – interessa al giorno d’oggi una gran parte della popolazione mondiale:

  • i dati statistici europei (studio ICONA, già tra 2010 e 2014) riguardo le allergie alimentari riportano l’8% dei bambini e tra 2 e 4% degli adulti;
  • quelli rapportati dalla American Academy of Allergy Asthma and Immunology parlano di più del 7% dei bambini con reazioni avverse al cibo di cui 2-4% allergia, e 1- 2% degli adulti con disturbi cronici dell’apparato digerente correlati all’assunzione degli alimenti.

Per allergia ad un alimento si intende una reazione avversa mediata immunologicamente: in termini semplici, è una reazione del sistema immunitario verso un alimento (più precisamente, uno specifico componente di esso; di solito sostanze del gruppo delle proteine) che si manifesta con disturbi dell’area cutanea e/o respiratoria da moderati a gravi e possono evolvere fino a shock anafilattico.

Per intolleranza alimentare si intende genericamente una reazione avversa ad un determinato alimento (od a un intero gruppo alimentare), non mediata dal sistema immunitario, reazione che si manifesta con segni e sintomi di infiammazione tissutale in vari distretti del corpo e prevalentemente del tratto gastro-intestinale.

Nonostante l’incessante lavoro ed i continui progressi della ricerca scientifica, c’è ancora molta incertezza sulle cause scatenanti delle reazioni generali e sull’incidenza e prevalenza di ogni disturbo in particolare: risulta difficile eseguire una valutazione precisa per motivi legati alla comprensione del quadro clinico da parte degli specialisti, all’uso di terminologia e criteri diagnostici diversi, che possono condurre a giudizi confusi e contrassegnati di disuguaglianze che si rispecchiano nella scelta del percorso terapeutico in seguito.

2. LA CLASSIFICAZIONE DELLE REAZIONI AVVERSE DA CIBO

Per inquadrare nel miglior modo possibile i disturbi generali indotti dagli alimenti, anche per le finalità di stilare e gestire i protocolli anamnestici/diagnostici e quindi i percorsi di cura, la European Academy of Allergology and Immunology ha proposto una classificazione generale delle reazioni avverse da cibo che le distingue in reazioni tossiche e reazioni non tossiche, realizzando in seguito la distinzione ramificata in base alla fisiopatologia del disturbo ed i sintomi osservati:

LE REAZIONI TOSSICHE (o da avvelenamento)

sono dovute all’ingestione di tossine avvenuta con l’assunzione degli alimenti; possono colpire indiscriminatamente e la gravità della manifestazione clinica è direttamente proporzionale con la quantità di tossine ingerita; queste reazioni presentano una manifestazione clinica acuta.

Le reazioni tossiche possono avere svariate cause:

  • la contaminazione con tossine da cibi alterati (ciguatera; sindrome sgombroide): come ad esempio le sostanze chimiche (ciguatossina; istamina) elaborate durante i processi di alterazione del pesce e prodotti ittici;
  • l’ingestione diretta di veleni naturali contenuti nelle piante e nei funghi ingeriti accidentalmente o inconsapevolmente
  • la contaminazione  batterica – dovuta alle tossine dello stafilococco aureo; del clostridium botulinum (il botulino) ecc;
  • la contaminazione fungina – dovuta alle tossine delle muffe come la claviceps purpurea sul mais (provocando ergotismo) oppure la fusarium (le specie di muffe fusarium possono infettare frutta come le banane oppure cereali come l’orzo)
  • l’intossicazione con sostanze chimiche e metalli contaminanti gli alimenti: come ad esempio gli insetticidi, gli erbicidi, i fertilizzanti utilizzati nell’industria alimentare; gli inquinanti industriali nell’acqua (bifenili policlorurati e polibromurati); mercurio, rame, stagno, piombo (che possono essere rilasciati dai materiali e contenitori per l’imballaggio;
  • l’intossicazione con gli additivi alimentari rappresenta una categoria particolare, la quale può essere inserita sia nel gruppo delle intolleranze alimentari indefinite da accumulo, come nel gruppo delle allergie quando sono implicati meccanismi immunologici 

 

Le REAZIONI NON TOSSICHE

comprendono tutti gli altri tipi di disturbi dovuti agli alimenti, con manifestazioni sia localizzate che generalizzate (sistemiche); sono suddivise in 2 sottogruppi, in base al coinvolgimento del sistema immunitario: le allergie e le intolleranze alimentari.

 

3. LE ALLERGIE ALIMENTARI: QUALI SONO E COME SI MANIFESTANO?

Le allergie alimentari sono il gruppo delle reazioni avverse ai cibi, mediate da meccanismi immunologici ovvero che hanno luogo in seguito ad una risposta esagerata del sistema immunitario.

I meccanismi immunologici che comportano la reazione allergica possono essere di 4 tipi (classificazione di Combs & Gell):

  • tipo I – reazioni IgE mediate
  • tipo II – reazioni citotossiche (a base genetica; di incidenza molto rara)
  • tipo III – reazioni da deposizione di complessi immuni
  • tipo IV – reazioni cellulo-mediate

Tra questi 4 gruppi, l’incidenza maggiore (in Italia, circa il 4% della popolazione adulta e 6-8% dei bambini) è presentata dalle allergie IgE mediate, che sono reazioni immunologiche anomali ed abnormi, mediate da anticorpi della classe delle immunoglobuline E – IgE – che reagiscono verso componenti alimentari di natura proteica.

Tutti gli alimenti possono provocare reazioni allergiche IgE mediate; tra gli alimenti più coinvolti si contano (oltre l’85%) la frutta secca a guscio (noci, nocciole, arachidi…), il latte vaccino e derivati, il pesce e crostacei e l’uovo.

L’allergia alimentare si può presentare con sintomi da lievi con risoluzione spontanea, a gravi e molto gravi – shock anafilattico potenzialmente fatale.

I sintomi e segni insorgono in tempo breve, da pochi minuti a poche ore dall’assunzione dell’alimento, e la loro gravità è direttamente proporzionale con la velocità d’insorgenza.

Tra i sintomi comunemente rapportati:

— orticaria, angioedema, 

— infiammazione della mucosa del cavo orale (sindrome orale allergica), gonfiore del viso,  raucedine;

— rinite, colpi di tosse secca,

— difficoltà a respirare, broncospasmo,

— anafilassi gastroenterica (sintomi e segni clinici quali nausea e vomito, crampo addominale, febbre) – sono reazioni di incidenza rara; 

— reazioni centrali come vertigini e collasso oppure reazioni sull’apparato cardio-circolatorio (ipotensione arteriosa, aritmie) – hanno incidenza molto rara e sono coinvolti anche meccanismi genetici.

La Sindrome Orale Allergica (SOA) rappresenta una forma di orticaria da contatto, caratterizzata da prurito e bruciore della mucosa orale ed angioedema delle labbra, della lingua, del palato e della gola in seguito all’assunzione di cibo vegetale.

Generalmente, i sintomi della SOA si risolvono spontaneamente in poco tempo dopo l’ingestione dell’alimento; questo fenomeno allergico si riscontra con maggior frequenza nelle persone allergiche al polline (circa il 50% degli allergici al polline presentano anche il quadro clinico della SOA).

L’anafilassi da alimenti rappresenta la reazione immunologica sistemica da ipersensibilizzazione fino a pericolo di vita (lo shock anafilattico).

I sintomi si instaurano rapidamente e comprendono orticaria, edema delle mucose, rash cutaneo che generalizza velocemente in maculo-papule confluenti, difficoltà respiratorie con broncospasmo; con evoluzione fino a collasso cardio-respiratorio.

Ad aggravare il quadro clinico ci può essere la compresenza di fattori concomitanti come

— le infezioni virali

— la terapia con antinfiammatori non steroidei,

l’esercizio fisico

La Sindrome definita Food-Associated Exercise-Induced Anaphylaxis (FEIA) rappresenta la pleiade di sintomi e segni clinici dell’anafilassia che si verifica nelle persone che dopo aver assunto l’alimento, praticano attività fisica entro le 3-4 ore successive.

La Sindrome FEIA presenta una prevalenza nella fascia d’età giovane (bambini, ragazzi e giovani adulti) ed è determinata dalla combinazione di alimentazione e sforzo fisico: se il paziente non svolge alcuna attività fisica dopo aver mangiato e viceversa, se fa attività fisica a digiuno, i sintomi non compaiono; la reazione può essere determinata dall’ingestione di un preciso alimento (ad es. il grano) oppure da qualsiasi tipo di alimentazione (il semplice fatto di mangiare).

Negli ultimi 10 anni, l’allergia alimentare ha registrato un incremento progressivo sia dell’incidenza (più del 30%) sia della prevalenza (dati molto allarmanti riguardano i bambini molto piccoli, fascia di età 6mesi-3anni): si sono osservati dei cambiamenti significativi nei modelli di sensibilizzazione allergica e nelle manifestazioni cliniche, riscontrandosi l’aumento della gamma di alimenti allergenici e una maggiore gravità della sintomatologia.

Le reazioni avverse al cibo a base immunologica non IgE mediate comprendono:

la malattia celiaca

-la sindrome sistemica da nichel

-l’enterocolite da altre proteine alimentari

La malattia celiaca (meglio conosciuta come celiachia od intolleranza al glutine) è una ‘’patologia cronica sistemica immuno-mediata, indotta dalle prolamine, il principale complesso proteico strutturale di frumento, orzo e segale, in individui geneticamente suscettibili e caratterizzata da livelli variabili di enteropatia (cioè di danno istologico della mucosa intestinale), dalla presenza nel siero, a dieta libera, di anticorpi specifici e da una combinazione variabile di sintomi intestinali ed extraintestinali’’** .

L’esposizione al glutine può anche manifestarsi, oltre che in celiachia, come allergia al grano oppure come sindrome di sensibilità al glutine non-allergica (NCGS).

In linea generale, per la diagnosi delle allergie alimentari immuno-mediate lo specialista indicherà di eseguire analisi del sangue specifiche come il test ALLERGY EXPLORER, ALEX-2: il primo test allergologico in vitro multiplex che consente la misurazione simultanea delle IgE totali (tIgE) e delle IgE specifiche (sIgE) rivolte verso 300 estratti allergenici, riuscendo a fornire l’analisi più completa possibile sugli allergeni alimentari e inalanti con un profilo molecolare ad alta risoluzione delle Immunoglobuline E – IgE – riversate nel sangue nella reazione allergica.

4. LE INTOLLERANZE ALIMENTARI: SINTOMI E SEGNI

Le INTOLLERANZE ALIMENTARI sono reazioni avverse ad un alimento (o ad un intero gruppo di alimenti) che si manifestano per via della difficoltà dell’organismo di digerire (assorbire, metabolizzare, eliminarne le scorie) quel alimento. 

Nel gruppo delle intolleranze alimentari, la classificazione generica vede rientrare tutte le reazioni avverse indotte dal cibo non mediate dal sistema immunitario; i segni e sintomi possono essere simili ad alcuni delle allergie ma le manifestazioni dipendono dalla quantità dell’alimento ingerito e dal fattore individuale (presenza di disturbi gastro-intestinali cronici e/o di predisposizione genetica).

All’interno del gruppo delle intolleranze alimentari troviamo:

  • le intolleranze enzimatiche, come l’intolleranza al lattosio (definita da deficit di lattasi, enzima che scinde il lattosio – il principale zucchero composto del latte)
  • le intolleranze farmacologiche: reazioni infiammatorie, indotte dal rilascio nel circolo di sostanze con azione irritante-infiammatoria sull’apparato gastrointestinale, in seguito alla scissione dei nutrienti (di regola proteine) di un determinato alimento: come ad esempio l’effetto dell’istamina rilasciata dall’ingestione di vino, formaggi stagionati, arringa ed acciughe, spinaci, pomodori ecc.  
  • le intolleranze da meccanismi non definiti, come le reazioni avverse da additivi alimentari (di cui ad esempio il glutammato)

 

I sintomi più comuni delle intolleranze alimentari coinvolgono in primis l’apparato digerente:

— disturbi dell’appetito, inappetenza

— disturbi del cavo orale (afte, infiammazione gengivale, ipersensibilità della mucosa, perdita minerale dei denti), alterazioni del gusto

— disturbi gastrici (gastrite, iperacidità, reflusso esofageo, dolore epigastrico)

— nausea, vomito, diarrea

— disturbi intestinali (alvo irregolare con stipsi e diarrea alternate, flatulenza e meteorismo, infiammazione cronica dell’intestino, dolore addominale del tipo coliche e crampi o dolore diffuso ecc)

— alterazioni croniche del microbiota intestinale

Oltre alle manifestazioni gastrointestinali, si possono verificare

— disturbi cutanei (dermatite, dermatosi, eczemi, acne, prurito)

— infezioni ricorrenti della sfera uro-genitale (cistiti, candidosi)

— disturbi della sfera dell’umore (ansia, depressione) e del sonno

— variazioni del peso corporeo e ritenzione idrosalina

La ricerca scientifica, cercando di spiegare i  meccanismi fisiopatologici di innesco delle reazioni infiammatorie indotte dal cibo, ha messo in evidenza un altro fattore determinante: l’intolleranza ad un certo tipo di alimento (od al suo intero gruppo) si può instaurare lentamente nel tempo, in seguito all’assunzione costante di quel alimento, probabilmente per accumulo di sostanze derivate dalla sua digestione diventata incompleta, con effetto pro-infiammatorio sulle mucose e tessuti dell’apparato digerente. 

In linea generale, per la diagnosi delle intolleranze alimentari lo specialista potrà indicare di eseguire analisi del sangue specifiche per la valutazione qualitativa-quantitativa delle Immunoglobuline G – IgG – specifiche e di altri parametri biochimici ( fattori di predisposizione genetica ecc), attraverso i vari tipi di test disponibili nei laboratori di analisi (come i Test BIFOOD 70 e BIFOOD 120 alimenti ).

La lettura ed interpretazione dei risultati spetta allo specialista: nella valutazione complessiva del quadro clinico individuale, insieme all’anamnesi e storia clinica, la diagnosi differenziata, l’esame obiettivo, le indicazioni di base per il regime dietetico-alimentare e la terapia specifica, il follow-up per ogni paziente individualmente.

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fonti essenziali

Dott. Matteo Rossi

  • Nocerino R, Carucci L, Coppola S, et al. Epidemiology of Paediatric Italian Food Allergy: Results of the EPIFA study. J Allergy Clin Immunol Glob 2024;3:100246. https://doi.org/10.1016/j.jacig.2024.100246
  • researchgate.net
nutrizionista e consulenza nutrizionale
nutrizionista e consulenza dietetico-alimentare personalizzata