Con il nome di ‘’vitamina D’’ – o calciferolo – si definisce e classifica un gruppo di molecole liposolubili ad azione pro-ormone, di tipo secosteroidi (ovvero la struttura chimica del tipo steroideo ad anelli uno dei quali è aperto); se ne conoscono 5 forme diverse, delle quali 2 sono di estrema importanza per l’uomo:
Le 2 forme del calciferolo – la vitamina D – hanno attività biologica quasi identica, anche se presentano sintesi e iter metabolico diversi nel corpo umano: la vitamina D3 (colecalciferolo) deriva dagli alimenti di origine animale e dalla sintesi endogena nella pelle a partire dal suo precursore 7-deidrocolesterolo sotto l’azione della luce diretta; mentre la vitamina D2 (ergocalciferolo) deriva da fonti alimentari vegetali e non può essere sintetizzata nel corpo umano.
La scoperta della vitamina D avviene negli anni ’20-‘30 con le ricerche sulle malattie dell’apparato osteo-articolare e in particolare sul rachitismo nei bambini; nel 1930 si stabilisce per la prima volta la struttura chimica della vitamina D come il composto liposolubile con azione metabolica importantissima per l’uomo, evidenziandone anche la via di sintesi nella pelle sotto l’esposizione alla luce solare o raggi ultravioletti.
Seguono le ricerche degli anni 60-70 con la messa in luce dei derivati e composti (1971, D.Norman stabilisce la struttura chimica del calcitriolo; successivamente si evidenzia il collegamento tra deficit congenito di vitamina D e sviluppo del rachitismo).
Le fonti alimentari contengono precursori di vitamina D (provitamine D): i cibi di origine animale apportano steroli del tipo calciferolo mentre negli alimenti vegetali e nei funghi sono presenti ergosteroli.
La vitamina D introdotta con gli alimenti viene assorbita nell’intestino, in modo analogo alle altre vitamine liposolubili: inglobata nelle micelle (formatesi dall’incontro tra i lipidi idrolizzati e gli acidi biliari) è trasportata nelle cellule epiteliali intestinali e trasferita ai chilomicroni, con i quali passa nella circolazione linfatica.
Arrivato nel circuito sanguigno generale, il calciferolo si lega ad una proteina specifica (la Vitamin D Binding Protein – DBF) ed è inviato prima al fegato e poi ai reni dove subisce reazioni di idrossilazione (sotto comando enzimatico) trasformandosi in metaboliti di cui il 1,25-diidrossi-calciferolo (il calcitriolo) è la forma metabolicamente attiva.
Diversamente da altre vitamine liposolubili, la vitamina D non è immagazzinata nel fegato ma nel muscolo (sotto forma di 25-idrossicalciferolo) e nel tessuto adiposo (sotto forma di vitamina D3, colecalciferolo).
Il colecalciferolo – la vitamina D3 – è sintetizzata anche a livello della cute: la sintesi parte dal colesterolo presente negli strati basali dell’epidermide, sotto l’azione dei raggi ultravioletti della luce solare;
ed è fortemente influenzata dall’entità dell’esposizione alla luce (stagione, superficie cutanea esposta, fattori intrinseci della persona – età, sesso e razza).
L’eliminazione della vitamina D e dei suoi metaboliti avviene con le feci utilizzando la via biliare previa glucurono-coniugazione.
Il calcitriolo (‘’l’ormone delle ossa’’) e la sua attività biologica
L’1,25-diidrossicalciferolo – il calcitriolo – è la forma attiva della vitamina D nel corpo umano; sintetizzato nel rene, viene veicolato in tutto il corpo e agisce come un vero e proprio ormone (legandosi al recettore della vitamina D, il VDR, molecola che appartiene alla super-famiglia dei recettori degli ormoni tiroidei/steroidei e rappresentata come tale in quasi tutti gli organi del corpo umano); con importantissime funzioni fisiologiche:
Questa funzione si traduce per ruolo fondamentale nel mantenere la densità minerale ossea a livelli ottimali; pertanto, una carenza di vitamina D provoca il deficit di modellamento osseo in età pediatrica e di comparsa dell’osteoporosi / osteomalacia e di fratture ossee in età adulta e negli anziani.
Gli alimenti più ricchi di vitamina D sono quelli di origine animale: l’uovo (il tuorlo), i pesci grassi (sardine, tono, sgombro, salmone), il fegato (vitello, manzo), il burro e la materia grassa del latte (formaggi, latte intero).
Dal mondo vegetale, i piselli e i cereali integrali sono le fonti principali di vitamina D (anche se in proporzioni molto ridotte rispetto agli alimenti animali).
Anche i funghi sono un’ottima fonte di vitamina D, tuttavia il loro consumo ne è limitato per via di eventuali rischi di tossicità generale.
tabella fabbisogno nutrizionale vitamina D link https://www.epicentro.iss.it/ben/2018/giugno/2
A seconda delle fasce di età, l’apporto nutrizionale giornaliero varia da 10 a 15 microgrammi al giorno. Per molto tempo, l’attività della vitamina D è stata espressa in UI (unità internazionali) ma ultimamente gli esperti raccomandano l’utilizzo dell’UP (unità ponderale): la relazione tra UI e UP è
1UI=0,025g vitamina D, ovvero 1µg=40UI vitamina D
La sintesi cutanea di vitamina D, pur essendo soggetta ad alta variabilità indotta da fattori esterni (clima, stagione, quantità di luce ecc) ed intrinseci all’uomo (età, razza e sesso, superficie cutanea esposta), può arrivare al 90% di copertura del fabbisogno nutrizionale di vitamina D.
Tuttavia, gli esperti vi consigliano l’integrazione alimentare e nutrizionale a prescindere, tenendo conto della continuo aumento del deficit fisiologico della vitamina D, soprattutto nelle popolazioni dei Paesi occidentali dove, per via dell’alimentazione e stile di vita non idoneo, si registra la costante crescita di status di ipovitaminosi D cronica.
In laboratorio clinico, l’analisi quantitativa della vitamina D consiste nella misurazione dei livelli del suo precursore [calcidiolo, generalmente indicato con la sua formula chimica 25(OH)D] nel sangue ed esprimendo la sua concentrazione in nanogrammi per millilitro (ng/ml) o in nanomoli per litro (nmol/L).
L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA, European Food Security Agency) ha recentemente aggiornato i valori dietetici di riferimento (DVR) per la vitamina D ed indicato come fabbisogno giornaliero di vitamina D:
(ISS Salute.it)
Le dosi giornaliere possono aumentare fino a 1000 – 2000 UI al giorno, in base alle variazioni eso-endogene; si consiglia di evitare le megadosi e preferire l’assunzione giornaliera.
Le variazioni stagionali dei livelli di vitamina D nel sangue sono ampiamente documentate dalla ricerca clinica, con valori più alti in estate e in autunno e più bassi in inverno e primavera; le variazioni sono anche dettate dalla zona geografica in cui si vive (latitudine), l’età e le condizioni fisiologiche (stato di gravidanza, allattamento, sportivi agonistici), il colore della pelle, il genere, il peso corporeo nonché le condizioni patologiche esistenti (diabete e malattie metaboliche, le patologie da malassorbimento intestinale, le disfunzioni del sistema immunitario ecc).
La mancanza di vitamina D prende il nome di ipovitaminosi D ed è generalmente asintomatica; si manifesta solo quando il deficit è molto importante e/o cronico, il quale si verifica quando alla mancanza di sintesi endogena sopraggiunge anche la carenza alimentare (introito esogeno).
I sintomi principali sono
In una recente nota dell’AIFA (…) si indicano come valori desiderabili di 25(OH)D valori compresi tra 20 e 40 ng/mL.
Valori indicativi di “carenza” di vitamina D sono individuati, invece, per valori di 25(OH)D inferiori a 20 ng/mL. (ISS-Salute.it)
Il deficit di vitamina D conduce alla comparsa di
Inoltre, la carenza di vitamina D è stata correlata a molte altre patologie degenerative a decorrenza cronica, come diabete e malattie metaboliche, ipertensione arteriosa, malattie dell’apparato cardiocircolatorio, malattie reumatiche e neurologiche, allergie respiratorie e alimentari, alterazioni della risposta immunologica, disturbi della sfera endocrina ed a.
Nelle persone sane, l’eccesso di vitamina D si verifica come conseguenza dell’assunzione di dosaggi eccessivi di vitamina D; non esistono casi di sovradosaggio dovuti all’eccessiva esposizione al sole o all’eccessiva assunzione di alimenti che contengono vitamina D.
Quando somministrata in dosi appropriate, la vitamina D è generalmente considerata priva di effetti dannosi.
L’assunzione di dosi eccessive per lunghi periodi di tempo può causare ipervitaminosi D con evidenti sintomi e segni clinici come
L’ipervitaminosi D protratta nel tempo può causare depositi di calcio nel rene e nel cuore con conseguenze gravi sulla buona funzionalità del sistema cardio-circolatorio e la funzione renale.
Dal punto di vista clinico, l’ipervitaminosi D viene diagnosticata quando
L’ipervitaminosi D può verificarsi anche come conseguenza di alcune malattie:
Le interazioni con i farmaci
La somministrazione concomitante di vitamina D ed alcune classi di farmaci può portare ad alterazioni dell’efficacia terapeutica o favorire la comparsa di effetti indesiderati (effetti collaterali):
L’analisi del sangue per la vitamina D (in dettaglio, la vitamina D 3 25OH) è indicata in casi di
— sospetto deficit con sintomi come debolezza e stanchezza, dolori osteo-articolari e muscolari,
— sindromi e malattie da malassorbimento intestinale (Sindrome del Colon Irritabile, Malattia di Crohn, Sindrome del Leaky Gut, celiachia, intolleranza al lattosio),
— patologie ossee (osteopenia e osteoporosi),
— età avanzata,
— scarsa esposizione solare,
— gravidanza ed allattamento,
— menopausa e post-menopausa
Inoltre, le analisi del sangue per la vitamina D sono indicate per monitorare gli effetti della supplementazione in corso, nell’ottica della gestione ottimale dei dosaggi in assunzione.
L’analisi del sangue per la vitamina D3 25OH è presente in molti Check Up – pacchetti di esami di laboratorio creati per indagare sullo stato di salute generale e specifico; come il
CHECK UP VITAMINICO
proposto in Ambulatorio Pelizzo in collaborazione con i Laboratori Bianalisi; il pacchetto contiene i seguenti parametri biochimici
€35
In Ambulatorio Pelizzo a Udine si possono eseguire tutte le analisi del sangue ed esami delle urine od altri campioni biologici, indicati dallo specialista prescrivente; su prenotazione tutti i giorni della settimana, da lunedì a sabato dalle 07.30 alle 10.30, con prelievo venoso e dove indicato, anche raccolta del campione delle urine.
In Ambulatorio Pelizzo sono altresì disponibili pacchetti standard e specifici per la prevenzione e controllo della salute, i CHECK UP: formulati per indagare in modo approfondito e mirato per ogni fabbisogno individuale dei pazienti.
Le analisi del sangue e l’esame delle urine vengono svolti nei Laboratori Bianalisi, leader nazionale nell’ambito delle analisi biochimiche-cliniche.
fonti essenziali
Epicentro ISS
researchgate.net
Pelizzo centro infermieristico e prelievi sas di Pelizzo Luigi e Soci.
Via Cividale 292 – 33100,Udine
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