DIABETE: IL CONTROLLO DELLA GLICEMIA

INDICE

  1. DIABETE MELLITO: COS’E’ E COME SI DEFINISCE? LE PRINCIPALI TIPOLOGIE
  2. LE CAUSE E FATTORI DI RISCHIO PER IL DIABETE
  3. LA DIAGNOSI DI DIABETE: GLICEMIA O EMOGLOBINA GLICATA?
  4. LA GIORNATA MONDIALE DEL DIABETE: DIADAY 14 NOVEMBRE

Il diabete mellito si definisce come la complessa condizione patologica che si sviluppa a causa dell’accumulo di glucosio nel sangue – iperglicemia – , accumulo in seguito allo squilibrio del metabolismo del glucosio e/o al deficit funzionale dell’ormone insulina, secreta dal pancreas con il ruolo di controllare i livelli sierici del glucosio.

Più precisamente, il diabete mellito rappresenta  lo stato di iperglicemia dovuta a ridotta sintesi e secrezione di insulina, in combinazione con vari gradi di resistenza insulinica periferica: la alterata regolazione del glucosio, classificata fondamentalmente in 2 categorie – diabete tipo I e tipo II.

Il diabete mellito di tipo Itradizionalmente chiamato diabete giovanile o insulino-dipendente è una malattia autoimmune caratterizzata dall’inibizione irreversibile della sintesi e secrezione di insulina, in risposta all’attivazione anomala della difesa immunologica: si osservano

— livelli plasmatici di insulina endogena molto bassi o irrilevabili,

— insulite,

— perdita selettiva della maggior parte delle cellule beta langerhans (le cellule deputate alla secrezione di insulina e site nelle isole pancreatiche)

— specifici antigeni HLA-D ed auto-anticorpi pancreatici rilevabili in analisi; 

— chetoacidosi

Il diabete tipo I (autoimmune) rappresenta circa il 10% della totalità della casistica di diabete; insorge in età infantile e nell’adolescenza ed è la forma comunemente diagnosticata nei giovani (sotto i 30 anni di età).

Il diabete mellito di tipo I richiede necessariamente la somministrazione di insulina in quanto l’iperglicemia non risponde ad altri farmaci ipoglicemizzanti.

Il diabete mellito di tipo IItradizionalmente  denominato a esordio in età adulta o non insulino-dipendenteè caratterizzato da uno stato di iperglicemia indotta da ridotta secrezione di insulina e/o di resistenza insulinica, che si sviluppa più o meno lentamente ed ha alla base un complesso quadro clinico multifattoriale (obesità e sovrappeso, sindromi metaboliche ed infiammazioni croniche, le dislipidemie, le malattie cardiovascolari e renali).

Nel diabete mellito di tipo II si osservano:

— livelli molto variabili di insulina endogena (variazioni che includono anche i valori considerati normali)

— morfologia e funzione pancreatica anche normali e/o con alterazioni specifiche (isole più piccole, depositi di sostanza amiloide)

Nel diabete di tipo II l’iperglicemia risponde al trattamento con ipoglicemizzanti non-insulinici; farmaci scelti in base al grado e sviluppo della malattia ed alle condizioni patologiche preesistenti.

2. LE CAUSE E FATTORI DI RISCHIO PER IL DIABETE

Le cause del diabete possono essere 

— genetiche (alterazioni dei geni che influenzano la funzione delle cellule beta-pancreatiche, l’attività dell’insulina o il DNA)

— patologie che influenzano la funzione pancreatica (fibrosi cistica, emocromatosi, pancreatite, epatopatie)

— malattie endocrine / ormonali (sindrome di Cushing, acromegalia)

— terapie farmacologiche importanti (cortisonici sistemici, betabloccanti, inibitori della calcineurina, antipsicotici ecc)

I fattori di rischio per lo sviluppo della condizione di diabete sono

  • l’età (nella fascia di popolazione sopra i 65 anni soprattutto per le persone affette da patologie croniche)
  • stato di obesità / sovrappeso
  • limitata tolleranza al glucosio
  • le dislipidemie: ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, iperlipidemia familiare
  • le malattie cardiovascolari

Tra i fattori modificabili del rischio di diabete si contano sicuramente le abitudini errate di vita, il regime alimentare scorretto e la mancanza di esercizio fisico.

La correlazione tra la condizione di obesità/sovrappeso e lo sviluppo di diabete è stata ampiamente dimostrata dalla ricerca scientifica:  l’aumento dei livelli circolanti di grassi liberi (indotto dall’insufficiente lipolisi nel tessuto adiposo) conduce ad alterazioni del trasporto di glucosio stimolato dall’insulina e dell’attività della glicogeno sintetasi nei muscoli.

Inoltre, il tessuto adiposo funziona anche come un organo endocrino, secernendo varie molecole (adipocitochine) che influenzano il metabolismo glucidico in modo positivo (adiponectina) o negativo (TNF-alfa, interleuchina-6, leptina): la sua disfunzione compromette ulteriormente la gestione metabolica del glucosio.

Un cenno particolare è dato allo stato di gravidanza: le donne in gravidanza possono sviluppare vari gradi di insulino-resistenza con rischio aumentato di DIABETE GESTAZIONALE soprattutto per le donne che presentano una predisposizione genetica (familiarità per diabete tipo I).

Le complicanze del diabete sono dovute allo scarso controllo dell’iperglicemia; viene colpito innanzitutto il sistema circolatorio, interessando sia i grandi vasi di sangue sia il microcircolo. Le complicanze vascolari nello stato di diabete avanzato sono

  • la retinopatia (alterazione della circolazione nel globo oculare con disturbi della vista)
  • la nefropatia (deficit della circolazione renale con insufficienza renale)
  • la neuropatia (alterazioni cognitive e neurologiche)

Le alterazioni del macrocircolo (aterosclerosi) può condurre a maggiori eventi cardiovascolari (ictus, angina pectoris, infarto, arteriopatia periferica con insufficienza venosa profonda); la malattia cardiaca è considerata la principale causa di mortalità per il diabete mellito.

L’ipertensione arteriosa è considerata uno dei fattori maggiori di rischio – e reciproco – del diabete: valori costantemente alti e non controllati di pressione arteriosa riconducono allo stato diabetico di vari gradi sia tipo I che II.

Il diabete comporta anche una disfunzione della risposta immunitaria, caratterizzata da maggiore suscettibilità alle infezioni virali ( con particolare cenno per l’influenza)  batteriche e micotiche nonché da una rallentata capacità di guarigione (con particolare cenno per la cicatrizzazione delle ferite e maggior rischio d’insorgenza di complicanze come la condizione che porta il nome di ”piede del diabetico”).

3. LA DIAGNOSI DI DIABETE: GLICEMIA O EMOGLOBINA GLICATA?

I sintomi e segni del diabete sono considerati

  • la polidipsia, polifagia, poliuria
  • la vista offuscata ed alterazioni nell’accomodamento
  • l’interessamento vascolare (soprattutto nel diabete tardivo)

Generalmente la diagnosi di diabete si basa sull’analisi della glicemia e si considera positiva quando:

— i valori della glicemia risultano sempre maggiori di 200mg/dL con misurazioni casuali a prescindere dai pasti o dal momento della giornata e sono presenti sintomi e segni clinici del diabete

— in assenza di sintomi, con la glicemia

  •  misurata a digiuno (la mattina o dopo 8h di digiuno) è uguale o maggiore di 126mg/dL, in 2 diversi momenti;
  •  misurata 2h dopo assunzione orale di glucosio (75g) risulta uguale o maggiore di 200mg/dL, in 2 diversi momenti;
  •  misurata in qualsiasi momento della giornata risulta uguale o maggiore di 200mg/dL e glicemia a digiuno con valori tra 100 e 125mg/dL, come ridotta tolleranza glucidica

 

Nella diagnosi differenziata nel diabete subentra un altro parametro biochimico fondamentale: l’emoglobina glicata – o glicosilata – siglata HbA1c – la quale si utilizza per valutare il rischio d’insorgenza di complicanze diabetiche future oppure il livello del controllo glicemico nel diabete conclamato.

L’emoglobina glicata è il risultato della glicazione (glicosilazione) dell’emoglobina ovvero la formazione di legami relativamente stabili tra il glucosio in eccesso e l’emoglobina tipo A (HbA); legami che perdurano per tutta la durata di vita della cellula ematica (il globulo rosso), circa 120giorni.

Misurare il livello dell’emoglobina glicata nel sangue è essenziale per valutare la quantità di glucosio con cui l’emoglobina è venuta in contatto in un periodo di tempo abbastanza lungo, all’in circa 3 mesi; risulta essere un parametro biochimico più preciso nella valutazione del deficit nella gestione glicemica, soprattutto nello stato avanzato di diabete e nel controllo della terapia insulinica.

I valori normali e alti di HbA1c

— i valori normali nelle persone non diabetiche: 20- 42 mmol/mol (4-6%)

— i valori diagnostici per il diabete: uguali o superiori a 48 mmol/mol (6.5%)

— i valori ottimali nel controllo del diabete: inferiori a 53 mmol/mol (7%)

In base ai risultati delle analisi della glicemia e dell’emoglobina glicata sono stillati i criteri di diagnosi differenziata per altri stati di disglicemia (i quali comportano sempre un rischio maggiore di sviluppo della malattia diabetica):
— la ALTERATA GLICEMIA A DIGIUNO (Impaired Fasting Glucose, IFG): valori di glicemia a digiuno 100-125 mg/dL

— la RIDOTTA TOLLERANZA AL GLUCOSIO (Impaired Glucose Tolerance, IGT): valori di glicemia 140-199 mg/dL (misurata dopo 2 ore dall’assunzione orale di glucosio) e/o  valori di HbA1c di 42-48mmol/mol ( 6-6,5%) (misurati con dosaggio standardizzato IFCC )

4. LA GIORNATA MONDIALE DEL DIABETE: DIADAY 14 NOVEMBRE

  Il 14 novembre di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale del Diabete: lanciata nel 1992, la Giornata è un’iniziativa della Federazione Internazionale del Diabete (IDF) e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) creata per sensibilizzare e informare il grande pubblico sull’incidenza crescente del diabete nel mondo (.. ”si stimano oltre 530 milioni di adulti con diabete, numero destinato ad aumentare a 640 milioni nel 2030(…) in Europa la malattia interessa circa 60 milioni di adulti” – -www.salute.gov.it)

Nel 2006, l’Assemblea Generale UN ha adottato la risoluzione 61/225 la quale sancisce la Giornata Mondiale del Diabete come Giornata ufficiale dell’ONU e riconosce il diabete come “una malattia cronica, invalidante e costosa che comporta gravi complicanze”.

La giornata prevede eventi di divulgazione scientifica, informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla cura e prevenzione del diabete e delle malattie concomitanti; con la possibilità di effettuare

— test di screening per il diabete,

— analisi cliniche per la glicemia ed emoglobina glicata, 

— indagini specifiche come il questionario FindRisk  il quale permette di valutare il rischio di sviluppare diabete tipo II di tipo entro 10 anni:

https://giornatadeldiabete.it/index.php/test-rischio-diabete-tipo-2 (www.diabeteitalia.it)

L’Ambulatorio Pelizzo a Udine si unisce all’iniziativa proponendo il CHECK UP DIABETE completo il quale consiste in

— analisi del sangue con prelievo venoso per la misurazione della glicemia, dell’emoglobina glicata e del colesterolo LDL (tramite il pannello lipidico)

— BMI – valutazione della massa corporea ed indici metabolici con la bioimpedenziometria

— PA – misurazione della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca ed eventuale ECG a 1 derivazione

— calcolo rischio diabete con FindRisk

Nell’Ambulatorio Pelizzo a Udine si possono fare le analisi del sangue per il diabete con il CHECK UP DIABETE standard, sia in prevenzione che in controllo e cura dello stato di diabete.

Per fare le analisi del sangue con prelievo venoso a Udinel’Ambulatorio Pelizzo è aperto da lunedì a sabato in orari flessibili che si possono concordare nel momento della prenotazione; si può eseguire qualsiasi tipo di analisi del sangue richiesto (elenco completo disponibile al banco informazioni), con prelievo sia in ambulatorio che con servizio infermieristico a domicilio dei pazienti.

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il diabete ed i suoi parametri di controllo