ANALISI DEL SANGUE: I TRIGLICERIDI

INDICE

  1. COSA SONO I TRIGLICERIDI? DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE
  2. LE ANALISI DEL SANGUE PER I TRIGLICERIDI
  3. I VALORI NORMALI, ALTI E BASSI DEI TRIGLICERIDI 
  4. LE DISLIPIDEMIE E LA TRIGLICERIDEMIA

1. COSA SONO I TRIGLICERIDI? DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE

I trigliceridi fanno parte della classe dei lipidi; rappresentano i principali componenti di grassi di deposito nelle cellule animali e sono i più abbondanti in natura.

I lipidi sono biomolecole lipofile complesse ed eterogene; nel corpo umano svolgono ruoli vitali nelle funzioni di

— riserva energetica,

— componenti strutturali di membrane e tessuti, 

— protezione meccanica

— termoregolazione (isolazione termica)

— trasporto e metabolismo del colesterolo, vitamine liposolubili (vitamina D, A, E, K), ormoni, fattori enzimatici

— regolazione dei meccanismi vitali (pressione arteriosa, reazioni infiammatorie, risposta immunitaria…)

I lipidi sono classificati in 3 categorie principali:

— i lipidi semplici – trigliceridi; anche cere e terpeni

— i lipidi composti – fosfolipidi, glicolipidi e lipoproteine

— i lipidi derivati – il colesterolo è il più importante

Dal punto di vista della struttura chimica, i trigliceridi sono triacilgliceroli – esteri del glicerolo con 3 acidi grassi a lunga catena, uguali o diversi tra loro; la loro composizione chimica ne detta le proprietà fisico-chimiche

  • sono solidi a temperatura ambiente se gli acidi grassi componenti sono saturi (grasso animale)
  • sono liquidi se gli acidi grassi sono insaturi (oli vegetali)

 I trigliceridi sono depositati all’interno degli adipociti (nel tessuto adiposo) per poter essere utilizzati come risorsa energetica; quasi tutti i trigliceridi circolanti nel sangue provengono dagli alimenti. 

L’organismo utilizza le riserve di trigliceridi nei processi di conversione del cibo in energia; per trasformare gli zuccheri, carboidrati, grassi introdotti con i cibi e per ricostituire la propria riserva energetica il nostro corpo mette in atto dei meccanismi molto complessi che alla fine riconducono alla formazione e stoccaggio di altri lipidi.

In parole semplici, una dieta ipercalorica (anche se povera di grassi) condurrà alla formazione in eccesso di trigliceridi – ipertrigliceridemia.

2. LA MISURAZIONE DEI TRIGLICERIDI CON LE ANALISI DEL SANGUE

  Il valore dei trigliceridi nel sangue porta il nome di trigliceridemia e viene valutata tramite analisi del sangue con prelievo venoso.

  L’aumento dei valori dei trigliceridi nel sangue è generalmente considerato tra gli indici di rischio delle malattie cardiovascolari, condizioni patologiche metaboliche (diabete, obesità e sovrappeso, sindromi metaboliche) e di danno d’organo.

  Come indicazione di base, in prevenzione e controllo dei fattori di rischio, la valutazione della trigliceridemia dovrebbe essere eseguita

— almeno ogni 5 anni per tutti gli adulti in normale stato di salute

— 1 volta all’anno per le persone che presentano rischi medio-elevati di salute CV, metabolica, d’organo

— in maniera sequenziata – con intervalli di tempo indicati dal medico – per il diabete e le malattie cardio-cerebro-vascolari

  La trigliceridemia è valutata insieme ad altri parametri-base (di solito, il set di analisi viene chiamato pannello lipidico o check up base):

glicemia

colesterolo totale

— colesterolo frazionato  – LDL, HDL

—  a volte, anche transaminasi

3. I VALORI NORMALI, ALTI E BASSI DI TRIGLICERIDI

I valori normali della trigliceridemia, risultati in seguito alle analisi del sangue, sono compresi tra 50 e 150 mg/dL (alcuni autori riportano 199mg/dL):

— in generale, il valore desiderabile di trigliceridi circolanti è al di sotto della soglia 150mg/dL.

— per le persone che soffrono di patologie metaboliche e d’organo ( epatico-biliari, pancreatiche, diabete, sindrome metabolica) è valido il concetto ‘’più basso è, meglio è’’ come anche per le frazioni LDL del colesterolo, con valori soglia da valutare e controllare per ogni caso clinico in parte.

Il valore della trigliceridemia dipende da molti fattori: l’introduzione con gli alimenti, l’assorbimento intestinale, la veicolazione epatico-biliare, la sintesi endogena di lipidi, la richiesta energetica ecc.

L’ipertrigliceridemia rappresenta la condizione nella quale i valori ematici dei trigliceridi superano costantemente la soglia di 200mg/dL.

L’aumento del livello dei trigliceridi nel sangue può condurre ad uno stato di alterazione delle lipoproteine a bassa densità (le LDL – deputate al trasporto dei lipidi nel sangue) con conseguente accumulo di esteri del colesterolo e formazione delle cosiddette placche aterosclerotiche (accumulo di grassi, proteine e tessuto fibroso, con effetto infiammatorio, sulle pareti delle arterie).

In presenza di malattie metaboliche (obesità, insulino-resistenza, sindrome metabolica, diabete mellito ed a.) i trigliceridi si accumulano nel fegato conducendo alla steatosi epatica; con comparsa di alterazioni della funzionalità cardiovascolare e renale in un circolo vizioso con ulteriore peggioramento dello status metabolico.

La condizione di trigliceridi alti  può essere di varia entità e si ritrova in numerose situazioni fisiopatologiche:

  • dislipidemie (ipertrigliceridemia) familiari, accanto alle ipercolesterolemie dettate da fattori genetici /ereditari
  • sindromi metaboliche
  • obesità e sovrappeso
  • diabete
  • malattie cardio-cerebro-vascolari
  • malattie renali
  • ipotiroidismo
  • malattie epatiche e biliari

L’ipertrigliceridemia è direttamente proporzionale a fattori come

  • stile di vita ed alimentazione (un regime alimentare ipercalorico, la sedentarietà, abitudini errate di vita)
  • farmaci in terapia (antivirali ed antibiotici, cortisonici e ormono-sostitutivi, antipertensivi, antiepilettici, immunomodulatori, ecc)

Per contro, la riduzione dei valori di trigliceridi sotto la soglia considerata normale può comportare rischi anche severi per la salute del nostro corpo; specie se protratta nel tempo (diete troppo restrittive, malnutrizione) e può essere indice di specifiche patologie a carico epatico, intestinale (del tubo digerente), ghiandolari ecc.

4. LE DISLIPIDEMIE E LA TRIGLICERIDEMIA

Nei protocolli di prevenzione controllo e cura di condizioni patologiche croniche – come le dislipidemie primarie e secondarie, il diabete, le malattie cardio-cerebro-vascolari, le malattie renali, le patologie metaboliche – è richiesta la valutazione costante dei valori di colesterolo totale e le frazioni LDL e HDL, trigliceridi, glicemia e transaminasi GOT, GPT, GGT.

L’ipertrigliceridemia rientra nel gruppo delle dislipidemie : le cause delle dislipidemie possono essere primarie (genetiche/ereditarie) e secondarie (dovute a scorretti stile di vita ed alimentazione, malattie concausanti, terapie farmacologiche di lunga durata).

Spesso la diagnosi delle dislipidemie viene eseguita dal medico durante le visite di routine ; si basa sulla presenza di

  • Segni fisici di dislipidemia come gli xantomi del tendine, che sono indicatori di ipercolesterolemia familiare
  • Insorgenza di malattia aterosclerotica prematura (uomini < 55 anni, donne < 60 anni)
  • Iperlipidemia grave 
  • Colesterolo sierico > 190 mg/dL (> 4,9 mmol/L)
  • trigliceridi sierici > 200 mg/dL

  Le dislipidemie vengono classificate in base al tipo e grado di aumento delle varie lipoproteine; tradizionalmente si usa la tabella di Fredrickson (uno schema di classificazione che usa il pattern delle lipoproteine).

In clinica medica si usa di solito uno schema più semplice ed a relazione immediata, che suddivide le dislipidemie in

  • ipercolesterolemia pura o isolata (aumento del solo colesterolo)
  • ipertrigliceridemia pura o isolata (aumento dei soli trigliceridi)
  • iperlipidemie miste o co-associate/combinate (aumento sia dei trigliceridi che del colesterolo)

 

Per abbassare il livello dei trigliceridi nel sangue, il primo intervento riguarda l’alimentazione e lo stile di vita:

  • seguire un regime alimentare bilanciato e normo-calorico, ricco di fibre e di acidi grassi polinsaturi (Omega-3)
  • abolire il fumo, ridurre l’uso di alcol
  • fare regolare attività fisica e controllare il peso corporeo
  • ridurre lo stress psico-fisico

I farmaci usati in prima battuta e sotto l’indicazione specialistica sono i fibrati: fenofibrato, gemfibrozil, bezafibrato, in dosi e per tempi di terapia stabiliti dal medico curante per ogni quadro clinico individuale, insieme al controllo in sequenza dei valori ematici dei trigliceridi e correlati con le analisi ed esami del sangue.

Per eseguire l’analisi del sangue con prelievo venoso per i trigliceridi, l’Ambulatorio Pelizzo a Udine è disponibile tutti i giorni da lunedì a sabato su prenotazione; il prelievo è da eseguirsi a digiuno di grassi da almeno 12 ore (si consiglia di seguire una dieta leggera e semplice il giorno prima; di non fare attività fisica, fumare o mangiare prima del prelievo).

In più, l’esame ematochimico dei trigliceridi  è incluso anche nei pacchetti standard (i CHECK UP) proposti nell’ambito della prevenzione e controllo dello stato di salute.

Per tutte le informazioni e per appuntamenti non esitate a contattare direttamente l’Ambulatorio Pelizzo.

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