FLEBOCLISI (TERAPIA INFUSIONALE ENDOVENOSA)

INDICE

  1. FLEBOCLISI: DEFINIZIONE E SIGNIFICATO CLINICO
  2. LE INDICAZIONI TERAPEUTICHE DELLA TERAPIA INFUSIONALE ENDOVENOSA
  3. GLI EFFETTI INDESIDERATI E REAZIONI AVVERSE DELLA FLEBOCLISI
  4. COME SI ESEGUE LA FLEBOCLISI?

1. FLEBOCLISI: DEFINIZIONE E SIGNIFICATO CLINICO

Con il termine ‘’Fleboclisi’’ si intende il procedimento terapeutico per la somministrazione per via endovenosa di preparazioni liquide quali soluzioni idrosaline, elettroliti, farmaci, nutrienti, altre sostanze terapeutiche, direttamente nel flusso sanguigno attraverso una vena di idoneo calibro.

La fleboclisi è un intervento specialistico di competenza infermieristica: conosciuto anche come terapia endovenosa, terapia infusionale, infusione endovenosa, flebo – nomi largamente utilizzati in pratica infermieristica ma che comunque presentano particolarità e sfumature legate allo scopo terapeutico in sé.

La procedura di infusione endovenosa si basa sul razionale scientifico delle iniezioni e si è sviluppata sulla necessità di perfezionare, potenziare ed ottimizzare le terapie farmacologiche mirate, in situazioni critiche e d’emergenza, in condizioni e per pazienti con particolari fabbisogni.

Il nome della procedura di infusione endovenosa deriva dal greco (ϕλέψ “vena” e κλύσις “lavaggio’’): già nei tempi antichi si presupponevano alcune peculiarità per questa via di somministrazione, soprattutto per le trasfusioni di sangue e partendo dalle conoscenze (comunque rudimentali) sulle ‘’cure del sangue’’ (il salasso – o flebotomia – era una pratica utilizzata come terapia per ridurre il volume corporeo ed eliminare ‘’gli umori cattivi’’; conosciuta già dai Greci dai quali arrivano le prime tracce storiche nel V sec. a.c., con la ‘’teoria degli umori’’ di Galeno e Ippocrate).

Le scoperte in campo scientifico prenderanno il volo nel ‘900, quando furono stabilite la composizione del sangue, i gruppi sanguigni, le dinamiche del corpuscolato sanguigno, la conservazione del sangue, la sterilizzazione dei campioni biologici e dello strumentario medico-infermieristico e così via; con approfondimenti e nuove conquiste circa le conoscenze in campo della microbiologia e medicina di laboratorio.

2. LE INDICAZIONI TERAPEUTICHE DELLA TERAPIA INFUSIONALE ENDOVENOSA

La fleboclisi rappresenta l’introduzione per via endovenosa di soluzioni compatibili, allo scopo di:

  • aumentare la massa liquida circolante del sangue o sostituirne una parte persa
  • aumentare la pressione osmotica e favorire l’eliminazione di liquidi e sostanze nocive dal corpo
  • somministrare farmaci altrimenti lesivi o nocivi od ancora inattivi/inefficaci per altre vie di assunzione

 

In linea di massima, la fleboclisi viene indicata in casi di:

  • ripristino del volume plasmatico per compensare la perdita di massa liquida (nelle emorragie gravi, traumi severi, shock ipovolemico); per regolare la caduta di pressione arteriosa provocata dalla stasi sanguigna profonda periferica (il sangue si raccoglie in grande quantità in vasti territorî periferici segnati da un’estesa vasodilatazione; il lavoro cardiaco utile si riduce; la volemia generale si abbassa)
  • forte disidratazione: provocata da vomito e diarrea incoercibili, colpo di calore/colpo di sole, malattie severe; associata al salasso, la terapia infusionale endovena aiuta ad eliminare sostanze tossiche dal circolo sanguigno (stati tossici secondarî a occlusione intestinale, tossiemie infettive, alcuni avvelenamenti)
  • correzione degli elettroliti (sodio, cloruro, potassio) – nello shock ipovolemico
  • trasfusioni di sangue: necessarie per somministrare sangue od emoderivati in caso di emorragie forti e nei pazienti affetti da anemie o malattie del sangue
  • nutrizione parenterale: usata quando la nutrizione per os non è praticabile (interventi chirurgici maggiori dell’apparato digerente, forte stato di denutrizione o malnutrizione, forte debilitazione, problemi legati alla masticazione e deglutizione, altro)
  • somministrazione di farmaci: è la via di elezione quando si necessita di effetto terapeutico veloce e massiccio, per i farmaci altrimenti non efficaci, od anche farmaci che non si possono assumere per os, per effetti nocivi su altri apparati o sistemi, come la gastro-lesività)
  • sedazione e anestesia: usata in campo chirurgico e in terapia intensiva ed a., per la somministrazione di sedativi, analgesici, anestetici

I principali vantaggi e benefici della terapia infusionale endovenosa (fleboclisi ) sono

  • la velocità di somministrazione (permette di fornire farmaci e soluzioni in maniera rapida e controllata)
  • l’efficacia data dalle caratteristiche dei preparati da somministrare e dalla via diretta (per alcuni farmaci e per le soluzioni idro-elettrolitiche rappresenta la via di prima scelta: soluzione fisiologica, Ringer lattato, soluzione bicarbonato, soluzione glucosata ecc) 
  • il controllo delle dosi somministrate, regolando la velocità e la quantità dei preparati in infusione

La fleboclisi risulta utile in svariati contesti clinici e soprattutto per alcune categorie di pazienti

  • bambini con disidratazione severa, infezioni, altri disturbi acuti o che necessitano di interventi in terapia intensiva o in regime d’urgenza
  • persone anziane nelle quali è necessario gestire le comorbilità
  • pazienti durante e dopo interventi chirurgici (per mantenere ed equilibrare la bilancia osmotica dell’organismo, il livello richiesto di sedazione-anestesia, in terapia del dolore ecc)
  • pazienti critici durante la fase di ricovero e molto spesso anche nella fase di riconciliazione terapeutica (nel primo periodo dopo la dimissione dall’ospedale e fino al recupero fisico completo in ambito domiciliare)
  • pazienti oncologici (la chemioterapia o terapie antitumorali specifiche possono richiedere la somministrazione dei farmaci per infusione prolungata)

3. GLI EFFETTI INDESIDERATI E REAZIONI AVVERSE DELLA FLEBOCLISI

Come tutte le vie di somministrazione dei farmaci, anche la fleboclisi comporta alcuni rischi e complicanze di varia entità; tra i più comuni rischi di reazioni indesiderate si contano

  • ematomi e flebiti (irritazione e infiammazione venosa, versamento liquido, rottura del vaso sanguigno, accumulo di sangue sottocute, ecchimosi e lividi)
  • infezioni cutanee (al punto d’inserzione dell’ago o dispositivo infusionale)
  • reazioni allergiche (eruzioni cutanee, difficoltà respiratorie, shock)
  • embolia gassosa (provocata dall’entrata di bolle d’aria nel sistema circolatorio durante l’infusione; rappresenta un rischio severo per la salute)
  • complicanze meccaniche (occlusione del dispositivo d’infusione; stravaso o infiltrazione tessutale delle soluzioni o farmaci inoculati, che possono provocare dolore, tumefazione, gonfiore, reazioni citotossiche)

Una delle complicanze comuni consiste nel sovraccarico dei liquidi: quando la somministrazione delle soluzioni avviene in maniera massiccia, a velocità troppo alta od a concentrazioni elevate di attivi (si possono verificare reazioni inattese come dolore e sensazione di calore intenso o bruciore nel sito d’inoculazione o lungo la vena; in casi più gravi l’innalzamento dei valori pressori, fino a edema polmonare e scompenso cardiaco).

 In linea generale, le infusioni rapide aumentano il rischio di irritazione venosa e flebite, soprattutto nei pazienti con fragilità del patrimonio venoso e/o cutaneo; la scelta della velocità della fleboclisi deve tener conto in primis della tipologia della soluzione in infusione (le soluzioni iperosmotiche, o ipertoniche, hanno bisogno di velocità d’infusione controllata per contenere il rischio di edema).

La velocità dell’infusione è altresì dettata da

  • le sostanze attive (alcuni farmaci come le eparine, i chemioterapici, il potassio richiedono un attento controllo della velocità d’infusione perché le variazioni anche piccole nel loro dosaggio possono comportare alterazioni dell’effetto terapeutico)
  • le patologie compresenti (le condizioni di compromissione cardiaca, renale, vascolare possono provocare alterazioni di assorbimento dei liquidi con rischio di sovraccarico ed edema)
  • le condizioni del plesso venoso e sito della vena scelta; correlato ad esse, il calibro del dispositivo d’infusione

 

In tutti i casi, la terapia infusionale endovenosa -la fleboclisi- è una tecnica strumentale di specificità e competenza infermieristica, in tutte le fasi procedurali (seduta iniziale e controlli successivi fino al completamento della terapia, rispettando le indicazioni mediche specialistiche).

4. COME SI ESEGUE LA FLEBOCLISI?

La pratica strumentale della fleboclisi consiste nell’inserimento di un ago (o agocannula) all’interno di una vena generalmente situata in una parte del corpo visibile e facilmente accessibile:

  • le vene dell’avambraccio (vena cubitale, vena cefalica)
  • le vene del dorso del braccio, la vena basilica
  • quando questi siti non sono disponibili, si possono utilizzare le vene del polso e della mano
  • per fleboclisi di lungo termine, si utilizzano cateteri centrali che raggiungono vene di grande portata (come la vena cava superiore)

 

L’ago e l’agocannula fanno parte del set di infusione: un set standard di infusione è composto da un contenitore sterile idoneo per le soluzioni da somministrare (sacca di plastica, bottiglia di vetro), collegato tramite un connettore a un deflussore, il quale a sua volta comprende il pozzetto (camera di gocciolamento: in cui vi gocciola la soluzione) ed il tubicino trasparente e flessibile dotato di un morsetto regolatore del flusso, attraverso il quale si trasferisce la soluzione all’interno della vena.

Lo stesso ago può essere collegato ad un catetere: cannula di gomma o di altro materiale, di varia lunghezza, come nel caso del catetere venoso periferico (il metodo di accesso endovenoso più utilizzato sia in ospedale sia nelle attività sanitarie in ambito pre-ospedaliero).

La terapia infusionale endovenosa può avvenire principalmente in due modi:

 In bolo (o bolus):

  • metodo utilizzato per somministrare quantità piccole/medie di farmaci per un periodo limitato di tempo
  • il liquido viene iniettato in un’unica dose direttamente in vena, con l’ausilio di una siringa
  • il farmaco può essere anche disciolto in soluzione fisiologica
  • comunemente si somministrano in bolo i farmaci in regime d’ emergenza (adrenalina, atropina, diuretici, cortisonici)
  • di solito, alla prima infusione di farmaci in bolo ne fa seguito una seconda con soluzione fisiologica, per assicurarsi della completa dispersione dei farmaci infusi e per il controllo della linea infusiva.

 

In infusione

  • metodo che utilizza strumenti specifici come le pompe di infusione ( a siringa, a stantuffo, peristaltica ed a.)
  • a seconda della modalità di e velocità di somministrazione, si distinguono 2 metodi:
  • L’infusione intermittente – utilizzata nelle situazioni in cui il farmaco deve essere infuso per un periodo di tempo intermedio (dai trenta ai sessanta minuti) oppure quando devono essere effettuate somministrazioni a breve distanza l’una dall’altra;
  • L’infusione continua – impiegata per la somministrazione in modo continuativo e per lunghi periodi di tempo; attraverso questa modalità si riesce a mantenere costanti i dosaggi dei farmaci.

 

In tutti i casi, la scelta del tipo di flebo, dosi e tempi di somministrazione viene fatta in base alle condizioni del paziente e necessità terapeutiche; ed è sempre di competenza del medico prescrivente e dell’infermiera professionale.

 

L’Ambulatorio Pelizzo come Centro Infermieristico e Prelievi Venosi a Udine – si presenta già come realtà quotidiana a Udine e propone per i cittadini la serie completa di servizi infermieristici quali

 iniezioni e fleboclisi, 

prelievi venosi per analisi ed esami del sangue , 

medicazioni semplici e complesse, 

bendaggi,

telemedicina telecardiologia

altri servizi infermieristici correlati, 

sia in ambulatorio che a domicilio: per tutte le informazioni non esitate a contattarci direttamente.

 Per saperne di più e per prenotare tutte le prestazioni e servizi infermieristici  è altresì possibile utilizzare l’Agenda Online , già attiva per fissare gli appuntamenti comodamente dal proprio cellulare, tablet o PC 

http://prenotazioni.ambulatoriopelizzo.it/

 

articoli correlati

Le iniezioni: definizione e tipi

 

fonti essenziali

msdmanuals.com

researchgate.net

Roberto Tonon, Iniezione endovenosa, su Med4Care, 10 febbraio 2023