LA SINDROME METABOLICA

INDICE

  1. COS’E’ LA SINDROME METABOLICA? I CRITERI DELLA DEFINIZIONE
  2. LE CAUSE E FATTORI DI RISCHIO DELLA SINDROME METABOLICA
  3. I SINTOMI E SEGNI CLINICI DELLA SINDROME METABOLICA
  4. LO SCREENING DELLA SINDROME METABOLICA: ANALISI ED ESAMI
  5. IL REGIME DIETETICO-ALIMENTARE PER LA SINDROME METABOLICA: CIBI SI’ E CIBI NO

1. COS’E’ LA SINDROME METABOLICA? I CRITERI DELLA DEFINIZIONE

La Sindrome Metabolica – conosciuta anche con i nomi Sindrome X; Sindrome da insulino-resistenza; Sindrome di Reaven – è definita come un insieme di alterazioni fisiopatologiche che comprendono

  • stato di sovrappeso / obesità,
  • disfunzioni del metabolismo degli zuccheri (insulino-resistenza, prediabete, diabete franco),
  • ipertensione arteriosa,
  • dislipidemie e alterazioni del metabolismo dei grassi e soprattutto del colesterolo, steatosi epatica
  • stato proinfiammatorio tessutale e pro-trombotico (aterogenicità)

 

Data la complessità del quadro clinico, per riuscire a delimitare meglio lo stato di Sindrome Metabolica vi sono stati definiti dei criteri diagnostici tra i quali i più utilizzati in clinica medica sono i criteri ATP III (Third report of the National Cholesterol Education Program (NCEP) expert panel on detection, evaluation and treatment of high blood cholesterol in adult – Adult Treatment Panel III): la presenza di almeno 3 dei 5 segni clinici da alterazione metabolica

  • aumento della circonferenza vita (eccesso di grasso addominale, obesità viscerale)
    • ≥102cm per gli uomini
    • ≥88cm per le donne
  • valori alti della glicemia a digiuno
    • ≥100mg/dL
  • valori alti di trigliceridi a digiuno
    • ≥150mg/dL
  • valori bassi di colesterolo HDL
    • < 40mg/dL per gli uomini
    • < 50mg/dL per le donne
  • livelli borderline di pressione arteriosa/ ipertensione arteriosa
    • ≥130/85mmHg

 

La Sindrome metabolica è solitamente correlata al sovrappeso / obesità e alle alterazioni glicemiche: le cause, le complicanze, la diagnosi e la cura sono parallele a quelle dell’obesità; le correzioni dello stile di vita e i piani alimentari e nutrizionali da mettere in atto per controllare e curare tutte le 3 condizioni patologiche sono del tutto simili e sovrapponibili.

Negli ultimi 10 anni si è assistito ad una vera e propria epidemia di obesità pediatrica; è stato osservato un significativo aumento nella prevalenza della sindrome metabolica anche in bambini ed adolescenti; con il forte rischio che le alterazioni metaboliche osservate nei bambini con eccesso ponderale avranno un altissimo impatto sulla loro salute in età giovanile-adulta.

L’aumento della circonferenza addominale mette in evidenza la presenza di grasso viscerale – considerato indice chiave per l’aumento del rischio aterosclerotico con numerosi fattori che coinvolgono l’insulino-resistenza, fattori proinfiammatori tessutali, protrombotici e fibrinolitici.

 L’obesità viscerale, definizione data all’aumento della circonferenza addominale oltre determinati valori, rappresenta il criterio chiave in tutte le definizioni di sindrome metabolica, utilizzato per fornire una previsione riguardo il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari: per ogni 5 cm di aumento oltre i valori considerati normali, si associa un aumento di circa 12% del rischio di morbilità e mortalità per patologie del sistema cardiocircolatorio.

I valori considerati normali della circonferenza vita, oltre i quali aumenta il fattore di rischio, sono

  • 90 cm per gli uomini
  • 80 cm per le donne

con piccole variazioni calcolate in funzione dell’età e collocazione geografica delle popolazioni.

2. LE CAUSE E FATTORI DI RISCHIO DELLA SINDROME METABOLICA

Come per l’obesità, le cause della Sindrome metabolica sono multifattoriali e partono con la predisposizione genetica che incide all’incirca per 65%, parlando sia di ereditarietà diretta che acquisita durante la vita intrauterina (il cosiddetto imprinting genetico).

Il secondo fattore di rischio per lo sviluppo della Sindrome metabolica riguarda lo stile di vita e l’alimentazione: l’aumento di grasso corporeo deriva direttamente da uno squilibrio costante e a lungo termine del rapporto tra l’energia consumata e l’energia spesa dall’organismo, dal metabolismo basale al dispendio energetico durante l’attività fisica; ovvero, l’assunzione calorica è maggiore del dispendio energetico, condizione che a lungo andare determina alterazioni metaboliche nella gestione del grasso eso- ed endogeno.

Altre cause della Sindrome metabolica possono vedere coinvolti

  • fattori ambientali e l’esposizione a sostanze con effetto nocivo sulle funzioni endocrine
  • alterazioni qualitative e quantitative del microbiota intestinale (infiammazioni croniche dell’intestino, disturbi da malassorbimento)
  • alterazioni del ciclo sonno-veglia e disturbi del sonno
  • alcuni farmaci in terapia cronica

I fattori di rischio che la Sindrome Metabolica può comportare per la salute sono molteplici e riguardano l’intero organismo, con particolare cenno per il sistema cardiovascolare il metabolismo degli zuccheri: moltissimi studi epidemiologici hanno evidenziato come la Sindrome Metabolica predispone a un rischio

  • 2 volte maggiore di sviluppare malattie cardiache e vascolari: alta predisposizione all’ ipertensione arteriosa, all’ aumento del colesterolo sierico, alla riduzione del colesterolo HDL e all’ iperglicemia
  • 5 volte maggiore di sviluppare il diabete: l’insulino-resistenza è associata ad altri fattori di rischio metabolici ed è correlata in maniera diretta con la malattia cardiovascolare

L’aumento del grasso viscerale ha come effetto il rilascio nel circolo sanguigno di alcune sostanze che amplificano l’effetto dei fattori di rischio:

  • gli acidi grassi non-esterificati (NEFA), che si accumulano a livello di muscoli e fegato contribuendo ad aumentare l’insulino-resistenza;
  • PAI-1 e/o fibrinogeno che contribuiscono ad uno stato pro-trombotico, ;
  • la proteina C reattiva (PCR) che induce un rilascio di citochine pro-infiammatorie e quindi uno stato pro-infiammatorio tessutale

Le alterazioni del metabolismo lipidico correlate all’aterogenicità sono fondamentalmente rappresentate da un aumento di trigliceridi e da una ridotta concentrazione di colesterolo HDL (il cosiddetto ‘’colesterolo buono’’); altre anomalie delle lipoproteine sono l’elevato livello di apolipoproteina B e l’abbondanza di LDL piccole e dense.

3. I SINTOMI E SEGNI CLINICI DELLA SINDROME METABOLICA

   Lo sviluppo della Sindrome metabolica è direttamente proporzionale sia con l’aumento del grasso corporeo che con la distribuzione di esso nei tessuti:

  • la classica conformazione a mela significa aumento dei depositi di grasso a livello della circonferenza addominale, soprattutto quando comporta un alto rapporto vita-fianchi (con un rapporto basso massa muscolare/massa grassa)
  • la conformazione a pera comporta meno rischi e deriva dall’accumulo di grasso sui fianchi e anche, con un rapporto basso vita-fianchi e un indice di proporzione normale/alto di massa muscolare/massa grassa

 

L’aumento del grasso corporeo a livello addominale conduce a una maggiore quantità di grassi liberi veicolata verso il fegato per la via della vena porta, con sviluppo di steatosi epatica.

L’accumulo di grassi liberi comporta inoltre

  • comparsa di insulino-resistenza e incremento dei livelli circolanti dell’insulina,
  • riduzione del metabolismo del glucosio,
  • aumento dei trigliceridi circolanti, del colesterolo libero e della sua frazione LDL a discapito della HDL, con rischio di aterosclerosi, condizione di protrombosi e sviluppo di dislipidemie
  • sviluppo dell’ipertensione arteriosa

 

I rischi che la Sindrome metabolica comporta per l’organismo sono molteplici:

  • lo sviluppo parallelo dell’obesità e del diabete del tipo II,
  • l’ipertensione arteriosa e le malattie cardio-cerebro-vascolari,
  • le apnee notturne (apnea ostruttiva del sonno),
  • epatopatie e nefropatie croniche,
  • disturbi della sfera ormonale – endocrina (tiroide, ipofisi, surrenali, sfera ginecologica),
  • disturbi della sfera neurologica,
  • infiammazioni croniche da stress ossidativo cellulare (con effetti come la ridotta risposta immunologica e ridotta resistenza alle infezioni, manifestazioni cutanee, esacerbazione delle manifestazioni allergiche ed a.)

4. LO SCREENING DELLA SINDROME METABOLICA: ANALISI ED ESAMI

Lo screening della Sindrome metabolica è ritenuto importante per via della sempre crescente incidenza di questa condizione, in tutto il mondo e soprattutto nei Paesi occidentali; l’analisi di routine si basa su

  • l’anamnesi familiare (indagine sulle condizioni e malattie della persona e suoi familiari, con raccolta di informazioni che guideranno lo specialista verso la diagnosi differenziata),
  • controllo del peso: la misurazione del peso corporeo, della circonferenza vita e calcolo del BMI,
  • la misurazione della pressione arteriosa

Il calcolo del BMI (Body Mass Index, Indice di Massa Corporea) è effettuato utilizzando specifiche formule matematiche tra le quali la più conosciuta e largamente utilizzata è

BMI = peso (kg) : altezza (m)²

(ovvero: il peso – espresso in chilogrammi – diviso per altezza – espressa in metri – al quadrato)

formula che deriva dall’equazione Quetelet (il cosiddetto Indice di Quetelet, sviluppato nel 1832 dal matematico belga Adolphe Quetelet).

I valori di riferimento standard del BMI sono considerati:

  • BMI < 18,5: sottopeso
  • BMI tra 18,5 e 24,9: normopeso
  • BMI tra 25 e 29,9: sovrappeso
  • BMI ≥ 30: obeso

All’anamnesi obiettiva si aggiungono le analisi del sangue per

glicemia, eventualmente emoglobina glicata

colesterolemia (colesterolo totale e le frazioni HDL, LDL),

trigliceridi

la Gamma-GT,

le transaminasi 

la proteina C reattiva,

TSH reflex (funzione tiroidea)

Le stesse analisi ed esami del sangue si ritrovano anche nei check up standard per le malattie cardio-cerebro-vascolari, il diabete e obesità, le dislipidemie familiari, le malattie croniche epatiche e renali.

Per le persone che soffrono di malattie cardiovascolari e renali conclamate lo specialista potrà richiedere di eseguire l’elettrocardiogramma o l’esame holter (cardiaco o pressorio, in funzione dei sintomi e segni clinici presentati).

La cura e prevenzione della Sindrome metabolica si basa in modo essenziale sulla correzione della dieta alimentare e nutrizionale e delle abitudini di vita: il target primario è la riduzione del peso totale riequilibrando a livelli ottimali il rapporto massa magra-massa muscolare/massa grassa.

Un approccio ottimale per la cura e prevenzione della Sindrome metabolica si basa su

  • un’alimentazione sana ed equilibrata,
  • una regolare attività fisica, combattendo la sedentarietà (ideale una combinazione di attività aerobica e allenamento della forza),
  • un cambiamento comportamentale (correggere abitudini negative come il fumo, l’abuso di alcol e sostanze nocive; aumentare la aderenza alla terapia farmacologica prescritta, anche con controlli regolari dei parametri biochimici indicativi)

 

Nel controllo del peso ed in particolare del rapporto massa magra/massa grassa, la scienza moderna mette a disposizione esami ed indagini non-invasive e veloci che possono essere impiegate per il monitoraggio a lungo termine dei risultati ottenuti nel percorso: la più conosciuta ed utilizzata largamente è la bioimpedenziometria – indagine multi-compartimentale in grado di valutare tutti i parametri biologici che definiscono la composizione corporea e lo stato di nutrizione e idratazione della persona.

5. IL REGIME DIETETICO-ALIMENTARE PER LA SINDROME METABOLICA: CIBI SI’ E CIBI NO

Il regime dietetico-alimentare sarà basato necessariamente su una dieta ipocalorica: il gold-target è la riduzione del peso corporeo e il rientro della circonferenza addominale (la riduzione del grasso viscerale).

L’approccio dietetico in generale vede un’alimentazione ricca di frutta e verdura, ricca di fibre (cereali integrali); e per contro, povera di grassi animali, zuccheri semplici e cereali raffinati.

‘’Una dieta ipocalorica determina un significativo miglioramento dei parametri glucidici e lipidici, dell’ insulinemia, della pressione arteriosa e del fibrinogeno e il miglioramento del grado di insulino-sensibilità è direttamente proporzionale alla riduzione del peso’’ (Dica33).

Un regime alimentare corretto dovrebbe essere impostato per:

-evitare eccessivi picchi glicemici durante la giornata;

-essere equilibrato dal punto di vista nutrizionale ovvero nel rapporto fra i macronutrienti introdotti:

  • Carboidrati a basso indice glicemico e ricchi di fibra: dovrebbero fornire la maggior quota delle calorie (50-60% del totale giornaliero) con un apporto di zuccheri semplici inferiore al 10
  • Lipidi: al massimo il 30% delle kcal totali giornaliere, del tipo ‘’grassi nobili’’ che garantiscano l’apporto di acidi grassi essenziali a discapito di quelli saturi
  • Proteine: 1g/kg di peso fisiologico desiderabile, di origine sia animale che vegetale
  • Fibre: un apporto di almeno 30 g al giorno di fibra alimentare è sufficiente per modulare l’assorbimento di grassi e zuccheri, regolare il transito intestinale e contribuire a mantenere il microbiota intestinale sano e florido

Cibi sì:

  • frutta e verdura in abbondanti quantità ed alternanze, seguendo la stagionalità e variando i colori per avere un giusto apporto di vitamine, sali minerali e fitonutrienti con proprietà antiossidanti; sono indicate almeno cinque porzioni tra frutta e verdura (verdura ai pasti principali e frutta meglio negli spuntini e non la sera)
  • cereali integrali (pane e pasta integrali, riso, orzo, farro, miglio, quinoa, amaranto)
  • carni magre, pesce, formaggi freschi
  • alimenti che apportano acidi grassi polinsaturi (serie Omega 3-6-9): olio d’oliva, frutta secca e semi

 

Cibi no (da ridurre / evitare):

  • alimenti ad alto indice glicemico: il pane bianco, la pasta, il riso bianco, le patate e tutti i cibi dolci sono alimenti che provocano un brusco aumento della glicemia
  • cibo confezionato o raffinato in quanto ricco oltre che di zucchero e sale, anche di grassi idrogenati e additivi in genere
  • carne rossa (troppo ricca di grassi saturi) e di carne lavorata (insaccati e salumi)
  • formaggi stagionati in quanto ricchi di grassi saturi e di sale
  • bibite gasate e zuccherate, alcol, birra

 

Una volta tracciate, le linee di percorso dietetico saranno personalizzate in base al fabbisogno individuale della persona, in un programma di recupero dello stato di salute ottimale corredato e coordinato dall’equipe multidisciplinare di specialisti (medico di famiglia, dietista, biologo nutrizionista, specialista endocrinologo ed altri specialisti).

Ambulatorio Pelizzo – Centro Infermieristico e Prelievi a Udine – pone a disposizione degli utenti la consulenza dietetico-alimentare con il Biologo Nutrizionista: per la redazione dei piani individuali di recupero del peso corporeo ottimale, di controllo della Sindrome metabolica ed alterazioni metaboliche e non solo. 

Il servizio di consulenza con il Biologo Nutrizionista in Ambulatorio Pelizzo a Udine è disponibile su appuntamento, in orari altamente flessibili e da concordare al momento della prenotazione.

Nell’ambito della prevenzione e cura della Sindrome Metabolica, si possono effettuare anche le analisi del sangue per le funzioni d’apparato ed organo correlate:

— il cuore: CHECK UP CARDIOLOGICO – pacchetto dettagliato di analisi ed esami del sangue per le persone affette da malattie dell’apparato cardio-vascolare e correlate

il fegato: CHECK UP EPATICO – pacchetto standard di analisi del sangue per le persone a rischio od affette da malattie epatico-biliari e pancreatiche

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fonti essenziali

Dica33

Epicentro ISS

researchgate.net